“La casa di un missionario è il mondo” mi
diceva un amico missionario tanto tempo fa. E’ vero, lo sento sulla pelle…là
dove si è si possono costruire relazioni, casa, famiglia. Il Vangelo è
universale e scalda il cuore quando lo
si lascia entrare. E poi il Vangelo di questa domenica (Mc 10,17-30) parla
chiaro: chi molla tutto per Gesù di Nazaret e per il Vangelo ritrova il
centuplo in case, fratelli e sorelle, madri, figli, campi. Insieme alla
persecuzione certo. Come quella di Michele Russo, vescovo comboniano di Doba,
in Ciad, espulso dal governo per aver denunciato ancora una volta e con
coraggio l’ingiustizia strutturale del governo. Che si mangia i proventi del
petrolio e lascia a terra la nostra gente.
Sono di
passaggio in Italia per un corso sull’economia a Roma. Per cercare finalmente
un economia di giustizia! Due settimane e poi un salto a Padova e in Emilia. Passando
per Venegono Inferiore a salutare gli amici dell’Accoglienza e i partecipanti
alla Marcia Nazionale della Pace e del Disarmo, a Parma per rivedere famiglia e
amici, sull’Appennino reggiano per riabbracciare lo zio missionario don Pietro
e gli amici di sempre, a Reggio per partecipare alla festa delle mie amiche di
una categoria superiore (o fuori categoria!): le sorelle delle Case della
Carità e i loro ospiti. Un po’ di corsa ma occasione bella di incontro con
tanti volti e storie che fanno parte di me. “Noi siamo il volto delle persone che incontriamo” mi diceva una
volta un amico nel cammino.
Certo sono un
privilegiato. In aereo pensavo e pregavo per tutte le persone in cammino nel
deserto e su imbarcazioni di fortuna che si avventurano su strade e rotte del
mare impossibili per arrivare nella “fortezza Europa”. Sono ormai 20.000 i
fratelli e sorelle annegati nel Mediterraneo negli ultimi 20 anni.
Quanti ne
dovremo piangere ancora?
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