lunedì 20 maggio 2013

Sulla strada con...



Esce a fine maggio il libro "Sulla strada con" - Vite di strada e Strade di vita nei sud del mondo - di padre Filo dal Ciad e Gigo Cassinelli dallo Zambia con i contributi di padre Enzo Balasso dall'Ecuador e di padre Dario dal Brasile.

La prefazione di un intrepido e indispensabile amico nel cammino, Fausto Marinetti



Il libro é edito da Infinito e sarà presentato in varie occasioni e incontri.

I ricavati sostengono le attività dell'ong zambiana "In&Out of the Ghetto", 

che opera nel compound di Bauleni, alla periferia di Lusaka, Zambia, e sostiene progetti legati a interventi educativi rivolti ai giovani, perché possano essere i protagonisti attivi dello sviluppo della comunità in cui vivono.

Chi é interessato puo rivolgersi direttamente a:

Filo: padrefilo@gmail.com
Gigo: gogigogo@gmail.com

domenica 19 maggio 2013

Certo Papà che se non ascolti questa...




Condivido la preghiera di una donna durante l'Eucarestia di questa sera nel campo degli sfollati di Toukra, un inferno umano dove 5000 persone provano a sopravvivere dopo aver perduto tutto con l'alluvione dello scorso anno.
Mi ha toccato dritto al cuore e stanotte mi chiedo come farà il Padre-Madre di tutti a non ascoltare preghiere cosi vere

Papà, 

noi siamo come il popolo di Israele, 

schiavi sotto le tende,

in situazione indegna,

 di oppressione,

tu ascolti il nostro grido,

tu conosci la nostra sofferenza

vieni a liberarci dal nostro Egitto

 e portaci con te nella Terra Promessa...

sabato 18 maggio 2013

Cara Betania ti scrivo






In occasione dei 30 anni della Comunità « Betania », che ho visto nascere e che ha accolto la mia ordinazione sacerdotale il 9 luglio 2011, ho scritto una lettera che sarà raccolta in un libro a molte mani dal titolo “Cara Betania ti scrivo”. 

La condivido...



N’Djamena, 18 maggio 2013

Carissima Betania,
    Gesù di Nazaret ti ha scelta come luogo privilegiato di incontro e di fraternità per dare sapore alla vita nella terra d’Israele del suo tempo. Marta, Maria e Lazzaro oggi sono Gigi, Piero, Antonio, Giuseppe, Francesco, Matilde, Massimina, Lorenzo e tantissimi altri.

Ero piccolo e tu stavi nascendo. Ma eri già capace di accogliere chi per un tratto aveva deragliato nel cammino. Da subito sei diventata casa, famiglia, solidarietà, pace. Luogo di fatica, attesa e speranza. Crocevia di passione, morte e resurrezione. In linea con le origini.

Ricordo quando, agli inizi, eri ancora soltanto un idea e un sogno. Poi i primi ragazzi e obiettori. Le partite a pallone, il lavoro, le chiacchierate la sera e la domenica dopo la messa, le feste, i volti che tornano ad avere fiducia nella vita, le lacrime, le sfide della reinserzione.

Per me sei stata sempre Vangelo vivente, il quinto, scritto dalle vite di chi é passato e ha trovato dimora. Presenza viva di un Dio che non abbandona mai i suoi amici e che si mette in pista per fare strada assieme.

La tua testimonianza e presenza hanno fatto breccia in me, hanno scaldato e tirato fuori quella passione per l’umanità che mi abitava nel profondo e che é diventata inarrestabile fame e sete di giustizia. Fino a portarmi in Africa dove abbiamo davanti sfide immense: povertà estrema, diritti umani calpestati, arresti arbitrari, bambini schiavi, terre rubate, democrazie di facciata, conflitti per il dio denaro. Ma anche grandi segni di speranza: donne incredibili che tengono in piedi la famiglia, la società civile che avanza e reclama giustizia, una maggiore consapevolezza dei diritti umani e dell’importanza della scuola, persone preparate che spendono il loro tempo accanto ai poveri.

Mi hai insegnato tu a prendere posizione, ad essere di parte, quella degli ultimi: i prigionieri di Am Sinene (carcere di N’Djamena), gli sfollati di Toukra (alluvionati dell’anno scorso che vivono in periferia di N’Djamena sotto tende e capanne), i ragazzi di strada, le ragazze vendute nei mercati, i contadini privati delle terre.

Mi hai accolto come sai fare tu, quando il 9 luglio di due anni fa, sono diventato sacerdote per il mondo. Facendomi sentire, ancora una volta e sulla pelle, che Betania sono anch’io. Siamo tantissimi. Vangelo e Missione si sono presi per mano per non più separarsi. Sei nella periferia di Parma, attorno al grande ulivo di Piero, per essere nelle periferie del mondo. Sempre schierata per fare causa comune con tutti i derelitti della storia.

Grazie sorella Betania di esserci, ancora e sempre, con passione.

Con te il Dio della vita é passato per Parma,

Tuo amico e fratello sempre,

P. Filo

venerdì 17 maggio 2013

I dannati di Toukra








Non ho mai visto gente vivere cosi!

Capanne e tende ammassate l’una all’altra con tetti in celofan o paglia con buchi da tutte le parti. 

Pochi bagni per 5000 persone in cerca di speranza. Sotto un sole cocente che raggiunge i 47 gradi nei momenti più caldi la vita é impossibile. Degli alberi neanche l’ombra. Un pozzo costruito dagli organismi umanitari, due scuole allestite dall’Unicef e qualche sacco di miglio. 

Per il resto devono arrangiarsi da bravi ciadiani. Le donne imperterrite raccolgono lo sterco delle mucche di passaggio e vendono i sacchi al mercato. Riescono cosi ad avere qualcosina per i bambini.

Sono i dannati di Toukra, sfollati alle porte di N’Djamena dopo l’alluvione dello scorso anno che ha dsirtutto le loro case nel quartiere di Walia. Dimenticati da tutti dopo le solite grandi promesse dei politici. Anche la Chiesa ha mollato. Ma a parole va ancora fortissimo...

Intanto Mady, il delegato dei rifugiati, non si perde d’animo e le prova tutte. Anche perché presto arriverà la pioggia e se non si fà niente sarà un disastro. Abbiamo coinvolto un amico giornalista che ha fatto un servizio sul campo. Ma poi é stato minacciato e non vuol tornare. 

Ora ci stiamo provando con politici e autorità religiose. I musulmani per il momento sembrano più sensibili dei cristiani. Crediamo che il soffio dello Spirito di Pentecoste ci suggerirà una soluzione...
Proviamo a non arrenderci, insieme preghiamo e celebriamo l’Eucarestia. 

Almeno Dio non dimentica...

lunedì 6 maggio 2013

Testimoni della fede





Le sorelle amiche della Casa della Carità di S.Girolamo a Reggio Emilia mi hanno chiesto una testimonianza sulla fede ispirata ai capitoli 11 e 12 della Lettera agli Ebrei

Condivido con voi la fiducia in Dio e nell'uomo che tante persone mi dimostrano ogni giorno nella mia vita e storia e nel cuore dell'Africa...




           Per fede, nell’uomo, il Padre ha ascoltato il grido del suo popolo, ha visto al sua oppressione ed è sceso per liberarlo.

            Per fede i Profeti hanno ascoltato la Parola, hanno denunciato le ingiustizie e annunciato il Regno di giustizia e pace pagandone il prezzo.

            Per fede Gesù di Nazaret, si è speso in tutto e per tutto, facendosi pane spezzato, per la sua gente oppressa di Galilea e per l’umanità intera.

Per fede Daniele Comboni si è messo in cammino verso l’Africa, il primo amore della sua giovinezza, e ha invitato i suoi amici a “tenere lo sguardo fisso in Gesù Cristo crocifisso per gustare e comprendere sempre meglio quale grande amore sgorga da Lui”.

Per fede Lele Ramin, missionario comboniano, ha speso la vita accanto ai contadini oppressi del Brasile denunciando le profonde ingiustizie legate alla terra fino ad essere fatto fuori a soli 32 anni.

Per fede Oscar Romero si è fatto popolo con i più poveri del Salvador fino ad essere uicciso il 24 marzo 1980 mentre celebrava l’Eucarestia.

Per fede Annalena Tonelli, i martiri di Thibirine, Cristophe Munziriwa, Thomas Sankara, Alfredo Fiorini, Liliana Rivetta hanno dato la vita per l’Africa.

Per fede la Famiglia Comboniana (missionari e missionarie) sono presenti al Forum Sociale Mondiale di Tunisi in marzo 2013 per accompagnare la “Rivoluzione della dignità” e partecipare al sogno di un nuovo mondo possibile.

Per fede Emmanuel Nerbé, catechista storico e leader del settore “Tuzinde” della comunità cristiana di Moissala, con la sua bici sgangherata e i suoi piedoni consumati dai chilometri (“Come son belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace” Is 52,7) gira e visita i villaggi annunciando la Buona Novella del Regno.

Per fede i giovani di Moissala organizzano il “Forum parrocchiale dei giovani”, un vero successo di partecipazione, di entusiasmo e voglia di cambiare il mondo.

Per fede Teresa, cristiana impegnatissima alla comunità di Begou a Sarh, in fondo al Ciad, e Adoum, suo marito musulmano, vivono insieme felici da 42 anni testimoniando che l’amore va al di là delle differenze.

Per fede Abakar Walar, imam e amico di N’Djamena, tiene ai missionari di Camerun e Ciad una sessione bellissima di tre giorni sull’Islam, tutta incentrata sul Corano e sul suo messaggio di pace.
Per fede Christine, mamma del piccolo Allahadem nato prematuro di 6 mesi e ancora a rischio, mi chiede di battezzarlo mentre visito l’ospedale di Donomanga in fondo al Ciad.

Per fede Victor, leader cristiano e responsabile del Comitato di Dialogo e Giustizia e pace della comunità di Komé sul sito petrolifero di Doba, in fondo al Ciad, mi racconta il loro paziente lavoro di dialogo con i musulmani e mi invita per una sessione di formazione e visita ai “ferricks”, campi nomadi degli allevatori.

Per fede Luigi, missionario comboniano da 50 anni in Africa, resiste nel lontano villaggio di Bodo, disperso a sud del Ciad, annunciando con la sua presenza il sogno di un nuovo mondo possibile.

Per fede Elisée, leader del settore “Jericho” della comunità cristiana di Bodo, consumato da un tumore, vive accanto alla sua famiglia gli ultimi istanti di una vita al servizio del Vangelo.

Per fede Adoumgué, giovanissimo prigioniero ad Am Sinene a N’Djamena, viene ogni sabato alla messa dietro le sbarre, con il volto ancora triste e perso nel vuoto.

Per fede Gata Nder, giornalista ciadiano del settimanale “N’Djamena Bi-Hebdo”, non ha paura di scrivere la verità che scomoda e viene a trovare i prigionieri in carcere e i senza tetto di Toukra alla periferia di N’Djamena.

Per fede Henry Coudray, vescovo gesuita di Mongo, a nord del Ciad, spende la vita per il dialogo con i musulmani, creando ponti di amicizia e fraternità.

Per fede Michele Russo, vescovo di Doba, a sud del Ciad, è cacciato dal paese dopo aver denunciato l’ingiustizia del governo di prendere per sé, e non per il popolo, i proventi del petrolio.

Per fede i confratelli e consorelle del Centrafrica resistono e vivono accanto alla gente nel disordine della violenza, dei saccheggi e della paura dopo il colpo di Stato. Per fede nessuno ha chiesto di andarsene.

Per fede le donne ciadiane fanno chilometri e chilometri con i testa le pentole e i figli sula schiena, per andare al mercato, raccogliere i manghi, prendere la legna, partecipare alla preghiera. Senza sosta.

Per fede i piccoli bambini ciadiani, danzano attorno ai tamburi e cantano a squarciagola la gioia di esserci nonostante tutto.

Per fede voi sorelle delle Case della Carità siete testimoni viventi del Vangelo e del pane spezzato con i fratelli e sorelle più poveri

Per fede e per il sogno di un mondo nuovo urgente e possibile qui, nel cuore dell’Africa, proviamo ad andare avanti e resistere ogni giorno.

Per fede tu e io, noi, insieme, possiamo e dobbiamo cambiare il mondo!