martedì 30 aprile 2019

Non mi trattenere...

Chi ama non trattiene. Lascia libero. Il Dio della vita non ci tiene legati. Se vogliamo fare la nostra vita ci lascia partire.
E cosi' il Risorto nell'incontro con Maria di Magdala chiede di non essere trattenuto. Perche' chi vuol trattenere vuol possedere. E il possesso non va daccordo col Dio di Gesu'. Dio del dare e non dell'avere. Del condividere e non dell'accumulare.
Non si possiede Dio, lo si cerca sempre. E se si trova lo si cerca ancora. Non ci appartiene. Semmai noi apparteniamo a Lui.
Maria capisce e corre come missionaria ad annunciare ai suoi fratelli e sorelle che ha fatto esperienza del Risorto. Ecco la missione: narrare agli altri l'incontro profondo col Padre e Madre di tutti. O come diceva Tonino Bello:" Il missionario e' un mendicante che ha trovato pane e va a dire agli altri dove l'ha trovato".

Camminiamo a lungo nel bosco con Chiara, Elisabetta, Giovanni e Sara. A tratti in silenzio per meditare. A tratti raccontandoci la vita in profondita'. Piu' i racconti si fanno profondi e piu' lasciano il segno. Tanti racconti del nostro passato ci ricordano il passaggio di Dio nella nostra vita. Anche questo e' il cammino. Sull'erba mangiamo pane, pomodori e frutta. Ci concediamo una birra dopo 25 km di camminata. Poi ostello, doccia, riposo. La messa alle 19 con benedizione dei pellegrini. Quindi cena preparata da noi con spaghetti al tonno e insalata.

Alla messa il parroco mi invita a dire una parola ai pellegrini molto numerosi. In inglese e spagnolo condivido loro che come Gesu' nel Vangelo di oggi invita Nicodemo a rinascere dall'alto (Gv 3) cosi' anche il cammino ci chiama ad essere persone nuove. Alla fine del cammino c'e' un altra persona che vuole dare un cambio di passo radicale alla sua vita. E poi a dirla tutta non c'e' la fine del cammino. Proprio come per la vita, non c'e' la fine. C'e' un nuovo inizio. Talmente bello e appassionante che neanche la morte puo' interrompere...


lunedì 29 aprile 2019

Correvano insieme...

Il cammino insegna a rallentare. Non certo a correre. Ma per l'essenziale si corre. Eccome. Come Maria di Magdala e i due discepoli attorno al sepolcro. Un fermento notevole e una ricerca spasmodica. Inizio del capitolo 20 di Giovanni. Dov'e' il corpo di Gesu' di Nazaret? L'emozione va alle stelle. E soltanto il discepolo amato da Gesu', cioe' te o me stesso, quando vede si ricorda delle parole ascoltate riguardo a passione, morte e resurrezione. E allora comincia ad affidarsi. Certo e' soltanto l'inizio. Sara' tutto un itinerario. Dura una vita. Come il cammino.

Non importa tanto cercare il corpo di un morto. Cio' che interessa e' sperimentare sulla pelle il Risorto, vivo. Che cambia la vita.

Oggi si corre per tutto ma spesso non per l'essenziale. Che e' l'incontro col Risorto che ci fa risorgere. Questo merita tutte le forze, i chilometri accumulati, il cambio di passo. Quando si sperimenta nella propria vita la presenza del Risorto non si va a cercare vita altrove. Basta e avanza. Come l'acqua di vita promessa alla Samaritana.

I primi chilometri da Ligonde a Palas del Rei li passo nella notte al canti degli uccellini. Solo. Per andare a salutare i fratelli comboniani che accolgono i pellegrini nel cammino. Facciamo colazione insieme e preghiamo le lodi del mattino. Ci salutiamo e il cammino continua tra i boschi. Tra ponti romani, pranzo sull'erba con pane e pomodori, piedi nel ruscello. Prepariamo la cena nell'ostello a Melide con gli amici di Parma e celebriamo l'Eucarestia.

La sera tutti a letto presto. Dalla fatica del giorno. Senza correre. Con la gioia straripante di sentirci dentro un percorso molto piu' grande di noi. Che ci sorpassa. E' il Risorto che a fianco ci prende per mano. Passo dopo passo verso l'orizzonte unico del Regno. Luogo di fratellanza universale. Il sogno a cui il Dio della vita non si e' mai arreso. E mai si arrendera'...

domenica 28 aprile 2019

Io in loro...

E' ancora notte quando arrivo al segnale che mancano 100 km a Santiago. Passaggio importante per i pellegrini. Certo emozionante. Amo camminare le prime ore del mattino quando le voci del bosco cominciano i loro concerti. La notte che nel Vangelo di Giovanni rappresenta lo smarrimento dei discepoli, il cuore del sistema di morte. Notte che attende la luce del mondo: Gesu' di Nazaret. Amo le prime luci dell'alba, quelle della speranza di un mondo nuovo capace di andare oltre la morte.

Quelle della richiesta di Gesu'al Padre per noi suoi amici: di essere preservati dal male. Che il male non sovrasti la nostra sete di vita. E che possiamo essere una cosa sola con Lui ed il Padre. Domande molto appassionate e vere. Come quella che conclude il capitolo e che ancora mi da i brividi : "Che l'amore con cui mi hai amato sia in essi ed io in loro".
Bellissimo! E da fuori di testa. Avere dentro noi l'amore con cui il Padre ha amato il figlio? Che Gesu' viva in noi? Robe da capogiro. Ma certo l'orizzonte di Dio. La sua abitazione in noi. Dove non sai piu' se sei tu che vivi e se e' Lui. La fusione di Dio con l'uomo. L'abbraccio tra terra e cielo. Solo da intuire e vivere. Certo duro da spiegare.

Esattamente come l'Eucarestia celebrata questa sera a Ligonde su un bellissimo prato al sole. Talmente travolgente da sorpassarci sempre. Con gli amici pellegrini ci mettiamo in cerchio sul prato, ascoltiamo la Parola e spezziamo il pane. Il Dio che si fa cibo e vive in noi. Lo capiamo questo? Io faccio tanta fatica ma ci provo. Occorre tentare la mistica del riconoscerlo presente sempre e ovunque. Che cammina al fianco...come con i due persi di Emmaus. Aveva davvero ragione Karl Rahner quando diceva: " Il cristiano del XXI secolo o sara' un mistico o non sara' ".

sabato 27 aprile 2019

Perche' abbiano in loro la pienezza della mia gioia...

Il cammino riserva sorprese sempre. Arrivano dall'Italia amici di lunga data per percorrere insieme l'ultimo tratto fino a Santiago. Giovanni e Sara, Chiara e Betta. E allora la tappa di oggi splendida, sotto un bellissimo sole tra le campagne, diventa speciale. Tanti ricordi di momenti importanti e intensi passati insieme. Il cammino e' proprio come la vita: tratti percorsi insieme restano nel cuore e danno sapore ai nostri passi. Doni immensi del Dio della vita!
Che ci concede alla fine della tappa un ruscello con acqua freschissima per consolare i piedi.

Intanto continuo la meditazione dell'incontro diretto tra Gesu' e il Padre al capitolo 17 di Giovanni. Mi colpisce molto quando Gesu' chiede per noi suoi amici la pienezza della sua gioia. Che roba grande! Poter vivere con la profondita' della sua gioia...anche nel momento piu' duro del suo passaggio sulla terra. Questo me l'ha insegnato la nostra gente. Gesu' presente in loro. Dal Peru' al Ciad. Si possono vivere situazioni durissime senza perdere la gioia profonda di stare al mondo. Ricordo ancora quando una donna peruana mi disse a Lima: " Fratello il contrario della gioia non e' la sofferenza. E' la tristezza". Ce l'ho stampato nel cuore. Me lo ripeterono piu' o meno cosi' in Ciad. Mi fecero capire come si puo' soffrire senza perdere la gioia di vivere e lottare. Questi i miei maestri di vita. Queste le lezioni piu' belle e importanti che ho ricevuto. Dai miei maestri, i poveri, e dalla facolta' della strada.
Grazie a te, Papa' e Mamma di tutti, per ogni persona incontrata lungo il cammino della vita. Perche' mi fanno assaporare la pienezza della tua gioia...

venerdì 26 aprile 2019

Perche' siano una sola cosa...

Al mattino presto sotto la neve mi inerpico sulla salita verso O'Cebreiro. Freddo da lupi e passo lento. Mancano circa 160 km a Santiago. Le scarpe si inzuppano d'acqua al punto che devo cambiare calze e mettere sportine di plastica per proteggerli. Continuo a meditare il capitolo 17 di Giovanni. A volte a testa bassa per evitare che la neve arrivi dritta negli occhi. Non ci vogliono sempre e comunque condizioni imprescindibili per l'incontro con Lui. Basta cercarlo dentro la vita. Come il lungo incontro diretto di Gesu' con il Padre di Giovanni 17. Nel momento piu' duro e sofferto lo cerca. Dopo il gesto clamoroso della lavanda dei piedi e un lungo discorso d'addio ecco l'affidare tutto al Padre. Pedagogia di Dio per il cammino dell'uomo. Si parte dai gesti, si spiegano in profondita', si affida.

E nell'affidare non una parola per lui, per la sua pelle. Semmai chiede al Padre di essere glorificato. Cioe' che si possa mostrare a tutti la sua capacita' di amare fino in fondo. Ecco la gloria di Dio. L'uomo che vive diceva Sant'Ireneo. Il povero che vive diceva Sant' Oscar Romero. Non gloria di noi uomini che cerchiamo prestigio, onori e prime pagine.

Quando affida pensa a noi suoi amici. Chiede al Padre di custodirci, cioe' di proteggerci dalle trame di questo sistema di morte che ci abita. E soprattutto chiede che possiamo essere una cosa sola con Lui! Cioe' che diventiamo divini. Talmente umani da essere divini, direbbe Leonardo Boff. In effetti Gesu' camminando ha assunto negli incontri che faceva una tale umanita', cioe' capacita' di empatia, compassione, comprensione in profondita' con il popolo che ha mostrato cosi' la sua capacita' infinita di amare. Appunto la condizione divina.

Noi siamo chiamati ad essere cosi': capaci di amare al punto da diventare come Lui. Il cammino ricorda proprio questo. Passo dopo passo verso le alte vette dell'amore. Certo lontane, durissime. Ma non impossibili. Si cade, ci si rialza, si riparte. Sempre in cammino. Quelle vette sono l'obiettivo di tutta una vita. Non tanto Santiago.

Come mi ricordo' un giorno un amica carissima appena dopo aver perso il suo fidanzato in un incidente in montagna: " La vita e' un occasione per imparare ad amare".

A distanza di anni, ripensandoci camminando, ancora i brividi scorrono dentro le mie vene...

giovedì 25 aprile 2019

Perche' Lui da' vita vera...

La missione di Gesu' di Nazaret nel Vangelo di Giovanni e' tutta qui: comunicare vita vera a chi lo incontra. Vita piena, felice, intensa. Di qualita' talmente bella e alta che non puo' terminare. E' per sempre. Infinita. Questo e' molto chiaro nel lungo scambio di Gesu' con il Padre nel capitolo 17 di Giovanni.

Ho camminato oggi 28 km sotto la pioggia meditando queste parole ( Gv 17,2). A volte basta un solo versetto per riempire la giornata. E dare spessore ai passi. Anche quando si fanno faticosi. Bello vivere trasmettendo vita, positivita', speranza, umanita' a chi ci sta incontro. E ricevere vita da chi ci circonda. Missione di Gesu' e missione nostra. Mi ha ricordato tanto le stesse parole di Gesu' al capitolo 10: " Sono venuto perche' abbiate la vita e la vita in abbondanza".

Ma cosa sara' mai questa vita piena, abbondante, infinita?
Gesu' lo spiega chiaramente: "Questa e' la vita infinita: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che ha mandato Gesu' Cristo". (Gv 17,3).
Ma allora tutti quelli che non hanno potuto incontrare nella vita il Padre o Gesu' di Nazaret non vivranno per sempre? Colpa nostra? Colpa loro?

Niente paura. Lo spiega bene il profeta Geremia: conoscere Dio e' praticare la giustizia (Ger 22,15-16). Non sono teorie, concetti, dottrine. E' il lavoro concreto per rendere piu' giusto e umano questo mondo. Questo e' alla portata di tutti. Quindi anche conoscere Dio non e' privilegio di qualcuno ma e' per tutti coloro che si sporcano le mani per cambiare questa umanita'. E renderla piu' vivibile.

Ora sono a riposo dopo doccia e condivisione con amici tedeschi. Ho preparato pasta per tutti e loro hanno risposto con il pure'. Alle 20h30 celebriamo l'Eucarestia con i pellegrini in inglese in splendida chiesetta romanica...con lavanda dei piedi ai pellegrini. Proposto da loro. Gesto oltre ogni confine...

mercoledì 24 aprile 2019

Coraggio, io ho vinto il mondo...

L'amore vince il sistema di morte. E' molto piu' forte. E questo Gesu' di Nazaret lo assicura ai suoi amici incoraggiandoli nel momento dell' addio. Capitolo 16 di Giovanni.

Cammino in questa prospettiva. Seguendo uno che agli occhi degli uomini e' un perdente. Ma da come il Padre guarda il mondo un vincente. Perche' ci spende le sue energie per gli altri, soprattutto i piu' poveri e abbandonati, vince sempre. Anche se lo fanno fuori. Vince in un senso molto piu' grande della competizione. Vince perche' si trova al suo posto. Quello della felicita'. Perche' come ama ricordare Papa Francesco colui che trae piu' beneficio dalla sua vita e' quello che si spende per gli altri. Paradosso esemplare della vita. Ma verissimo per chi lo sperimenta sulla pelle.

Intanto il cammino prosegue oggi per 30 km. Meditando il capitolo 16 del Vangelo di Giovanni che e' un capolavoro di incoraggiamento. Sotto neve ed acqua. Accompagnato da Russial, donna americana sempre sorridente e positiva che cammina per ritrovarsi dopo la perdita del marito. Camminando ci raccontiamo la vita. Arriviamo a sera in un ostello molto caratteristico. Siamo una ventina provenienti da Francia, Olanda, Corea, Usa, Italia, Lituania, Giappone. Mangiamo tutti assieme attorno al grande tavolo dell'umanita' nuova.
In fondo il cammino e' proprio un laboratorio per la vita interculturale del futuro. Alla faccia di tutte le chiusure, razzismi e fascismi che vogliono rialzare la testa. Intanto domani e' il 25 aprile e con la Resistenza non si scherza. Oggi, ieri e sempre resistenza contro questo sistema di morte che affama nel mondo 821 milioni di persone! Resistendo per vincere il mondo dell'opulenza di una piccola parte dell'umanita' (o disumanita' sarebbe piu' giusto) che vive sulle spalle degli altri.
Se l'uomo di Galilea ha vinto, ora e' il nostro turno.
Camminando...

martedì 23 aprile 2019

La vostra tristezza si trasformera' in gioia...

" How many roads must a man walk down
before you call him a man? (Bob Dylan)

Sono arrivato sotto la neve alla Cruz de Ferro dove i pellegrini lasciano una pietra simbolo del peso che lasciano a terra. Molto emozionante arrivarci dopo una lunga salita. Ho lasciato la mia pietra. Spero anche i pesi che ho accumulato e che ho fatto pesare agli altri. Mi sono inginocchiato davanti alla croce segno dell'amore senza barriere per l'umanita'. Sotto vi ho trovato scritta con le pietre la parola "Compassion" che meglio traduce il segno dei due pali che si intersecano.
Cum-patire vuol dire soffrire-con. Il senso vero dell'amore. Soffire con chi soffre. Ma anche gioire con chi gioisce. La vita di Gesu' di Nazaret. Che incoraggia i suoi amici nel momento decisivo della sua vita. Non si preoccupa per lui ma per loro. Promettendo che la loro tristezza per essere stati lasciati soli si trasformera' nella gioia della Resurrezione. E della Missione condotta dallo Spirito.
Mi e' sempre piaciuta moltissimo questa Parola. E mi ha dato coraggio in momenti duri in Africa. Oggi li ho ripercorsi camminando...e il sapere che la tristezza delle incomprensioni e divisioni si sarebbe trasformata in gioia mi ha dato grande carica. Penso a quanta possa darne a chi vive triste!

Il senso della passione, morte e resurrezione di Gesu' di Nazaret e che noi riviviamo sulla nostra pelle sta tutto qui. Paradigma del nostro stare al mondo. Quando siamo nella tristezza facciami fatica ad uscirne o pensare che questa lasciera' spazio al suo contrario.
Quello che cambia davvero la vita e' la fiducia nella Parola. Promessa e mantenuta. Affidarsi nelle tenebre della vita e' una grandissima sfida. Ma e' vivere ad un altro livello. Abbandonarsi a Lui quando non si vede e spera nulla e' la piu' grande e bella follia di seguire fino in fondo il folle di Galilea. Folli per Lui e per il Vangelo.

Lo sintetizzava bene anni fa a Taize' frere Roger:" Meglio affidarsi all'imprevedibile di Dio piuttosto che alle certezze degli uomini"

lunedì 22 aprile 2019

Dara' testimonianza di me...

" Uomo ti e' stato insegnato cio' che e' buono e cio' che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare con tenerezza, camminare umilmente con il tuo Dio".
Michea 6,8

Camminando ripenso ai chilometri fatti da Gesu' di Nazaret nella Galilea del suo tempo. Gli incontri. Il fermarsi a bere. Il sentire la fatica. Il riposarsi lungo la strada. L'arrivare ad un villaggio. Appassionante il cammino. Con le sue freccie gialle o di pietra che indicano il percorso di tantissimi pellegrini nella storia. Bello far parte di una storia. Chi precede e chi segue. Il lungo flusso dietro il Galileo. Dove l'importante e' incontrarci con Lui. Non arrivare. Come dice bene il messaggio che ho trovato oggi nel passare da una chiesetta:
Dopo la "pesach" cioe'Pasqua in ebraico, il passaggio, sono tornato al capitolo 15 di Giovanni. Per la prima volta Gesu' parla dell' invio dello Spirito, l'energia di vita. Che ci fa testimoni suoi. Gente che l'ha incontrato! Quanta sete ne ho e ne abbiamo! Qui nel cammino incontro tantissima gente che non vuole saperne di religione, e per me fa soltanto bene, ma che cerca spiritualita', autenticita', umanita'. Stasera ho preparato lenticchie e formaggio e ho mangiato con Dnasset ragazza israeliana. Lei si definisce ebraica. Ed e' affascinatissima dalla parsona e messaggio di Gesu'. Nel cammino cerca verita'. Spirito radicalmente altro ( questo vuol dire santo) e' quello di cui sentiamo un bisogno immenso per vivere ad un altro passo. Con altre priorita' e col ritmo umano che da' spazio all'essenziale.

Allora non e' importante arrivare a Santiago, Roma o Gerusalemme. Quel che conta e' arrivare a Dio e a noi stessi. Non importa la quantita' dei chilometri ma la qualita' della relazione in profondita'. Viviamo ancora troppo fuori noi stessi. Di esteriorita' e apparenze. Oggi c'e' una sete immensa di interiorita'. Non intimismo. Piu' vai a te stesso e piu' trovi Lui che sta alla porta e bussa (Ap 3,20). Piu' vai a Lui piu' trovi finalmente te stesso.

E allora la missione piu' ardua e piu' bella e' proprio quella di essere e vivere semplicemente se' stessi. La chiamavano Liberta'...

domenica 21 aprile 2019

La pietra era stata tolta...

Non c'e' piu' la pietra sopra il sepolcro. Il vivente non si puo' imprigionare nella morte. Per chi offre la sua vita per gli altri la morte non e' la fine ma e' il passaggio necessario e decisivo per potenziare la vita. E renderla indistruttibile.

Quindi tutte le pietre che pesano sul nostro groppone non possono schiacciarci a terra se spezziamo la vita per gli altri. Solo cosi' faremo esperienza del Risorto vivo in noi. Altrimenti restano storielle, cultura, tradizione...ma non l'essenziale. L'incontro vero, nudo, crudo, radicale con Lui. Tocca a noi scegliere cosa fare della nostra vita! Da che parte sto? Da che parte stai? Sto dalla parte dei crocifissori di ieri e di oggi o dei crocifissi? Stai dalle parte di multinazionali che vengono in Africa a depredare e globalizzare i profitti o con i diseredati della terra?

Sopra il sepolcro mi piace immaginare le frecce che trovo nel cammino. Frecce che indicano il sentiero della vita. Ma anche strade di morte. Siamo liberi di scegliere. C'e' sempre e comunque un prezzo da pagare. A vte molto salato. Ma la strada verso la vita e la felicita' e' l'unica che si fa, certo in salita, in compagnia degli impoveriti di questo mondo.
Ho deciso di stare da quella parte. Schierato perche' I care come direbbe don Milani. Mi stanno a cuore i piccoli della terra. Il mio popolo ciadiano. Le vittime degli attentati di oggi in Sri Lanka. I morti di questi anni in Yemen...piu' di 50.000 in 3 anni. E poi le vittime in Siria, Centrafrica, Sud Sudan. Quelle dell'inondazione in Mozambico e Malawi. I giornalisti scomodi e torturati nel mondo. Giulio Regeni, Ilaria Alpi e tutti coloro che cercano verita'. Le donne che cercano con coraggio enorme una vita degna in Marocco, Libia, Nigeria...e oagano sulla loro pelle. E tantissimi che danno cuore e anima a fianco degli ultimi.

Nel cammino ci sono spesso accumuli di pietre...simbolo dei pesi che si lasciano per strada. Che sia Pasqua davvero allora. Il messaggio per eccellenza che il Dio di Gesu' ci lascia: " Ti amo davvero". E allora gia' metterci insieme per schiodare i crocifissi dalle croci e' la nostra missione sulla terra. Con la passione di toglierci di dosso gli uni gli altri le pietre che ci piegano a terra...

sabato 20 aprile 2019

C'era un giardino...

Perche' questo dettaglio sul luogo della crocifissione? E' molto importante...perche' nel momento della morte dell'uomo di Galilea c'e' gia' sintomo di resurrezione. Chi vive appassionato passa dalla morte per vivere all'infinito! Muore davvero per risorgere. Cosi' Lui e cosi' anche noi. Giardino e' luogo di vita...quella vita degli inizi del giardino della Genesi. Quel giardino che noi stiamo calpestando e che grida all'umanita' il sogno di essere rispettato. Cosi' e' il giardino Madre terra.

Di giardini e campi a non finire ne vedo tanti nelle mesetas tra Burgos e Leon. Trascorro il sabato santo a ripensare a quanti dettagli di vita ci sono dentro le morti di oggi. A quanti appassionati al mondo che prendono a cuore i crocifissi di oggi: migranti, sfollati, popoli dimenticati dalla storia, bambini soldato e sfruttati nel lavoro, ragazze di strada, la gente di Gaza " prigione a cielo aperto", il popolo saharawi, quello curdo...i libici e gli yemeniti di oggi. Il popolo centrafricano e quello sud sudanese. I nostri giovani ciadiani.

In ogni situazione massacrante ho sempre trovato persone che si spendono davvero per gli altri...maman Isa ad Abeche con i carcerati, Emmanuel Nerbe' con i piu' poveri dei villaggi a sud del Ciad, maman Denise a Guereda con i vicini musulmani. E tantissimi testimoni del Vangelo che rivelano il vero volto di Dio. L' amore incondizionato.
In questi giorno di Pasqua ricordo e affido in modo speciale fratelli e sorelle rapiti in giro per il mondo per l'amore del Vangelo: Paolo Dall'Oglio in Siria, Gigi Maccalli in Niger e Silvia Romano in Kenya. Il loro solo esempio carica il cuore...

Ci sono storie di resurrezione dentro la morte...resurrezione che mette in cammino!
Se non vivo da risorto cosa me ne faccio della resurrezione di Gesu' di Nazaret? Non e' un racconto per bambini, cultura o tradizione. E' vita che chiede di essere accolta e interiorizzata. Per andare a scaravoltare il mondo! Se le nostre Eucarestie non infiammano i cuori...se i Vangeli letti e riletti non accendono passione in me cosa ci resto a fare il missionario? Per tirare a campare?
Essere cristiano per me non e' aderire ad una religione....lo condivido con tanti nel cammino. E' per me l' incontro profondo e radicalmente spiazzante con Gesu di Nazaret che mi cambia continuamente la vita. E mi fa vivere da appassionato.
Non so se sono cristiano. So che provo a camminare dietro al Figlio dell'Uomo...con fatica. Mi verrebbe da dire con Paolo dall'Oglio che "sono musulmano fin dall' infanzia per l'amore di Gesu' per tutti e quindi anche per j musulmani".

Oltre le religioni se non brucia dentro il fuoco della giustizia e del sogno di Dio sulla terra non sarebbe meglio per me andare a fare dell' altro?

Che questa Pasqua accenda in me e in te, in noi, il fuoco della passione per un'umanita' radicalmente nuova e finalmente giusta. Che si costruisce a partire dai nostri cammini radicalmente scaravtati dal Vangelo. Passo dopo passo...in direzione ostinata e contraria...

Solo cosi' sara' Pasqua buona e...
Solo cosi' potremo vivere da risorti nel Risorto!

venerdì 19 aprile 2019

Consegno' lo Spirito...

Cammino in silenzio nella notte. Sono le prime luci dell'alba del venerdi santo. C'e' luna piena come c'era ad illuminare la strada del popolo ebreo in fuga dagli egiziani.

Cammino solo. Siamo in tanti, ci aiutiamo un sacco, condividiamo in varie fasi del cammino. Ma poi ognuno fa la sua strada. Come nella vita.
Qualcuno scopre che sono un prete missionario e allora si avvicina per parlare, condividere, sfogarsi. Bello scoprire come ognuno cammina con una motivazione profonda. Tutti comunque in ricerca. E in ascolto del cammino...che insegna ad ogni passo. A me ad andare piu' lento...se no poi il tendine ne risente.

Cammino meditando la passione di Gesu' di Nazaret e alle 3 del pomeriggio mi stendo in ginocchio su un prato per rivivere quel momento di morte. In attesa di resurrezione.
Medito la passione di tante persone, situazioni, popoli. Dal Ciad all'Italia e in giro per il mondo. Chiedo al Padre e Madre di tutti di darmi l'energia di vita anche di fronte alle situazioni di morte. Come Gesu' di Nazaret che nel momento del passaggio decisivo, quello della morte, ha soltanto azioni di vita. Soffia lo Spirito. Un azione di vita nel momento della morte. Il Dio di Gesu' e' sempre cosi'...vita dentro la morte. Speranza nella disperazione. Resurrezione nella fine.

Cammino per 28 km fino alle 4 del pomeriggio. Trovo un ostello aperto e mi ci infilo. Incontro Greta una splendida donna lituana che mi ha aiutato tanto nel cammino. Prepariamo insieme una pasta e condividiamo a lungo sulla nostra ricerca spirituale. Bellissimo!

Poi gambe alte a riposo forzato e rilettura della passione di Gesu' in Giovanni. Con la certezza che dentro questo mondo disumano che mette a morte tanti innocenti qualcosa di nuovo sta davvero nascendo...

Oggi un altra Greta, quella degli scioperi per l' ambiente, dopo aver incontrato Papa Francesco, era a Roma alla grande manifestazione dei "Friday for future". Un movimento mondiale a protezione di Madre Terra sta prendendo piede sempre piu'...e non lo fermera'nessuno! Anche questa e' resurrezione...

giovedì 18 aprile 2019

Se dimorate in me...

Camminare per me e' dimorare in Lui. Lunghi e lunghi chilometri in silenzio a meditare la sua Parola, a cantare, a rivivere momenti trascorsi in Africa...passando le mesetas ho tutto il tempo di stare con Lui. E chidergli anche cose importanti per l'avvenire non solo mio e di tanti amici...ma dell'umanita intera. Che ha piu' che mai bisogno di una rivoluzione dal basso.

Oggi giovedi santo arrivo a Moratinos verso le 16 dopo 29 km. Passo in rassegna il capitolo 15 del Vangelo di Giovanni e piu' cammino piu' mi sento invitato ad aggrapparmi al Padre e solo a Lui. La piu' importante lezione del " camino". Mi lavo e riposo un attimo. Poi alle 18 concelebro l'Eucarestia della lavanda dei piedi. Poche persone del piccolissimo paese e qualche pellegrino. Alle 19 cena con Nik e Luk dal Belgio, Francois dalla Francia, Marta dalla Spagna e Lucie dalla Germania. Suoniamo la chitarra e cantiamo un po'.

Vado a letto presto per riposare bene. Con nel cuore il sogno di aderire sempre piu' al sogno di Dio e di incarnarlo nella mia vita. Perche'se dimoriamo in Lui, come dice Gesu ai suoi amici, saremo davvero coloro che imparano da Lui, cioe' discepoli. E vivremo per sempre...il che non e' poco in tempi particolarmente carichi di tabu' della parola "morte"....

Domani altra tappa dura..." El camino e' come la vita: non importa arrivare...importa metterci tutta la passione possibile per arrivare"

mercoledì 17 aprile 2019

Perche' rimanga con voi per sempre...

Nel discorso di addio ai suoi amici, Gesu'di Nazaret, dopo il clamoroso gesto dei piedi, va oltre. Per alimentare la speranza che ancora non si tocca con mano. Parla dell'invio di una energia di vita che si chiama "santa" cioe' altra. Quella che ci fa cambiare davvero il passo nella vita. Come questa mattina, quando dopo 15 km ero a terra, con tendine dolorante. Passa una donna, si ferma e mi da' una pomata che si rivelera' molto importante. Comincia a condividere sul suo cammino, scopre chi sono e chiede di riconciliarsi col Padre e Madre di tutti. " El camino" prepara cosi' a Pasqua.

Cambio davvero passo, con meno dolore e arrivo all ostello della parrocchia a Carrion de los Condes. Dall' Italia un amico me lo aveva consigliato e mi aveva detto: " Una volta nella vita da qua bisogna passarci!". Eccomi.
Ci accolgono due spagnoli con il sorriso e un succo di arancia. Ramon, uno dei due, mi confida che aspetta con emozione di accogliere ogni pellegrino. E che per lui ogni persona che varca la porta dell'ostello e' Gesu' di Nazaret che si presenta.

Ci invita all' incontro internazionale dei pellegrini. Mi chiede di tradurre dall'inglese allo spagnolo. Ognuno si presenta e condivide la sua ragione profonda per camminare verso Santiago. Alcune testimonianze sono molto forti e toccano davvero il cuore. Lo Spirito di   vita, quello "altro" circola davvero! E se lo teniamo alto resta per sempre!

Ramon ci invita a lasciarci radicalmente rinnovare dal " camino"...per giungere a Santiago come persone nuove. E continuare a camminare.

Ora ci prepariamo per la messa dove mi hanno chiesto di concelebrare. Poi cena comunitaria dove ognuno mette in comune quello che ha. Ricorda il gesto eucaristico di Gesu'...quello della condivisione del poco che avevano. E non del calcolo e del comprare in nome del dio mercato...e neanche delle briciole dei soliti ricconi per Notre Dame in fiamme!
Come mai per l'alluvione in Mozambico di un mese fa con centinaia di morti ai sono raccolti 8i milioni per ridare speranza alla gente e per Notre Dame ( per la struttura! Non per la gente) in poche ore 800 milioni?
Preferisco vivere con lo spirito di verita' che fara' luce sulle nostre piccolezze umane....come dicevamo in Sud America:
" No damos lo que sobra,
Compartimos lo que tenemos"
(Non diamo quello che avanza,
Condividiamo quello che abbiamo)

martedì 16 aprile 2019

Come possiamo conoscere la strada?

Al centro della sua passione, nel momento decisivo della sua vita, Gesu di Nazaret parla ai suoi amici di un luogo dove sta per andare. E dove dice che noi conosciamo la strada. E la strada e' Lui! Strada per la vita, strada per il Regno. Strada per raggiungere il Padre. Quella che ci fa cosi paura perche' passa attraverso l' incognita della morte. Ma quella che in fondo sogniamo cosi in profondita'...

Lo sento forte nel cammino in questa settimana santa. O mi concentro su di Lui o mi perdo. Oggi a causa di una tendinite pensavo di non farcela piu' ed ero a terra. Poi e' passato Francois un ragazzo francese. Si e' fermato, si e' preso cura. Mi ha dato un antinfiammatorio e sono ripartito. Anche cosi' passa Dio nella nostra storia. Quando non te l'aspetti.
Ora " el camino" passa attraverso le mesetas...sentieri lunghissimi in mezzo ai campi. Mi trovo proprio a casa e parlo con Lui. Continuo a meditare il Vangelo di Giovanni e mi soffermo sul capitolo 14 laddove Gesu dice che faremo cose piu' grandi di Lui. Questo passaggio mi ha sempre impressionato. Ma come? Piu grandi di Lui? Si se lasciamo agire il Padre in noi. Perche' siamo noi la sua casa. Affido tantissime situazioni, persone, popoli...angoscie, paure, speranze che passano dal cuore di tantissimi che mi hanno chiesto di essere ricordati.

Tra tutte le situazioni spiccano per me quelle della Libia e Sudan di oggi, la pace in Centrafrica, la cura di madre terra, i fratelli e sorelle migranti in cammino, tutti i crocifissi di oggi sulla strada con Gesu di Nazaret. Con la certezza che dopo passione e morte sempre c'e' resurrezione. E che l'ultima parola e' sempre e soltanto per la vita...

lunedì 15 aprile 2019

Li amo' fino alla fine

E' ora di cena. Gesu' di Nazaret fa un gesto rivoluzionario con i suoi amici.
1. Si alza da tavola: c'e' qualcosa che manca nella frazione del pane in famiglia. C'e' il gesto d'amore per eccellenza di farsi servo. Quello che da' alla tavola il vero sapore di una vita che non muore.
2. Depone le vesti: piu'ancora che le vesti qui depone la sua vita ai piedi degli amici. La offre perche' altri trovino contagio dalla sua.
3. Prende un asciugamano e se lo lega attorno alla vita: questo e' il segno del servizio. La Chiesa dell'asciugamano che asciuga le ferite del mondo. Via le vesti dagli orpelli d'oro e dentro gli asciugamani che danno sollievo agli ultimi.
4. Versa dell'acqua in un catino: sorella acqua che lava via il peso di tanti chilometri, fatiche, cadute, delusioni.
5. Comincia a lavare i piedi e ad asciugarli: era il gesto di colui che era considerato inferiore verso il superiore: la donna al marito, lo schiavo al padrone. Me lo fece don Luigi da piccolo nella chiesetta di Marore e mi entro' nel cuore. Mi dava un energia grande per poi farlo anche agli altri. Me lo rifece padre Mose' a Padova prima di entrare nei Comboniani. Mi diede una forza cosi grande de vincere tutte le resistenze. Decisi di farlo alla mia prima messa nel cortile di Casa Francesco nella comunita' Betania (Parma). Passai in rassegna le persone che mi avevano mostrato nella vita il volto di Dio.
Lo rifeci il 30 dicembre scorso ad Abeche nella messa d'addio...ai piu poveri della comunita'...quante lacrime ed emozioni.

Oggi ho camminato meditando questo gesto folle e rivoluzionario presente nel capitolo 13 di Giovanni. Forse  piu' facile da fare che da ricevere.

Perche' se lo ricevi poi ti senti dentro un fuoco cosi' forte da voler scaravoltare il mondo. La stessa forza dell' Eucarestia! Lo stesso sogno di cambiare questo pazzo mondo che non si ritrova piu'.

E allora camminare e' chiedere ad ogni passo di vivere ad un altro livello. Non migliore. Ma diverso da come vivo adesso. Per intraprendere con piu' umilta' e determinazione il lungo viaggio verso la vita che non finisce mai.

domenica 14 aprile 2019

Si commosse profondamente...

Gesu di Nazaret si commuove e piange (Gv 11,33-35) di fronte al dolore dell'uomo. Oggi di fronte ai popoli del Sud Sudan, del Centrafrica, della Libia e dello Yemen in guerra, del Venezuela e del Nicaragua in crisi profonda, del Ciad, del Congo, del Togo tenuti in ostaggio dai loro dittatori. Di fronte alla lotta dei popoli non riconosciuti al mondo: palestinesi, curdi, saharawi. Di fronte ai migranti di ogni angolo della terra: Siria, Eritrea, Darfur, Nigeria...

La sua passione si ripercorre oggi sulla pelle dei crocifissi di oggi. Che porta nel cuore.

Per me camminare anche nella fatica e dolore ad un tendine e' lottare per la causa dei diseredati e sconfitti della storia. Passione con e per loro. In vista di resurrezione! Passione che e' innamoramento per gli impoveriti e che e' sofferenza condivisa.

Entriamo nella settimana santa. Con Gesu di Nazaret che decide di entrare nel covo.dei briganti: Gerusalemme. Per andare a scoperchiare il cuore di quel sistema di ingiustizia. Oggi missione e' avere il coraggio di toccare le radici degli ingranaggi del potere, anche dentro noi, per cambiarne radicalmente rotta. Sogno e mi batto con tanti per un mondo radicalmente, urgentemente, necessariamente altro...

Al centro di questa settiamana altra e speciale la mistica: l' incontro profondo e autentico con Gesu di Nazaret che oggi vive la sua passione, morte e resurrezione in me. In noi. Ho cominciando celebrando con gli amici nella stupenda chiesetta romanica di Cerbera a nord di Burgos. Riposando le gambe dal camino. Per riprendere stasera. Con la passione straripante di gridare il Vangelo con la mia vita. Altrimenti grideranno le pietre!

venerdì 12 aprile 2019

Perche' abbiate vita e vita intensa...

Dio vuole per ognuno di noi una vita degna, intensa, piena. Per cui vale la pena vivere, e se serve morire, come amava ripetere Martin Luther King. Cammino e penso a quanti in Ciad, nelle Afriche e in giro per il mondo non la vivono cosi'. E allora sento che ha senso camminare sempre e comunque. Con ostinata speranza! Il capitolo 10 di Giovanni e' quello per eccellenza della vita dietro al pastore buono che da' la vita per le pecore. Come Gesu di Nazaret, Oscar Romero, Lele Ramin, Christophe Munziriwa, i martiri dell'Algeria, dell'Uganda, del Congo, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e i tantissimi che si spendono ogni giorno nel mondo per la causa della giustizia.

Cammino per i luoghi delle stragi della guerra civile spagnola: al monte del Pajaro si ricordano gli oltre trecento massacrati dai fascisti spagnoli. Il mio cuore va a loro trucidati e a tutte le vittime della liberta'...di ieri e di oggi. In tempi di ritorno del fascismo in Europa urge il nostro impegno contro ogni discriminazione ed esclusione! Con radicale convinzione e intensita'.

Cammino per il villaggio di Atapuerca patrimonio dell'umanita' per il ritrovo del nostro piu' antico antenato di circa 400.000 anni fa. Penso a quanti anni di storia ha questa terra. E Dio non si e' ancora stancato di noi...ci crede ancora!

Cammino con tutti i crocifissi del mondo e tutte le vittime del sistema di morte che ci circonda. Sempre dalla parte degli ultimi. Schierato. Dalla parte della giustizia e della fratellanza universale. Affido il popolo sudanese in questo momento delicato di transizione. Quello ruandese nel ricordo del massacro di 25 anni fa. Quello ciadiano in cerca di liberta'. E tutti i popoli crocifissi della terra.

Ora sono sdraiato su un prato al sole e al silenzio. Sotto una chiesetta bellissima.

A volte mi chiedo nel cammino cosa rimarra' di questi capolavori ormai disabitati...ma non mi lascio certo prendere dalla nostalgia. Del resto l'uomo di Nazaret ha detto proprio nel capitolo 4 di Giovanni che viene il tempo ed e' questo in cui adoreremo Dio non in un tempio ma in spirito e verita'.
Siamo gli ultimi cristiani? Si chiede qualcuno. Io non credo. Gesu di Nazaret invita i giudei che non vogliono aderire a lui e al suo progetto almeno ad aderire alle sue opere (Gv 10,38). Di giustizia, pace, diritti umani. E alla fine dei giorni saremo giudicati sull'amore...avevo fame mi hai dato da mangiare? Avevo sete mi hai dato da bere? Ero forestiero mi hai accolto? Ero nudo mi hai vestito? Ero ammalato, in carcere, sei venuto a visitarmi? Quando lo avrete fatto al piu' piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto a me! (Mt 25,31-46)

Domani arrivo a Burgos per trovare Jesus un caro amico spagnolo che venne a trovarci anni fa in Ciad e i fratelli comboniani. Celebreremo insieme la domenica delle Palme.
Per entrare nella settimana santa...camminando. Sognando. Provando a lasciarmi rivoluzionare dentro, nel momento decisivo della sua vita, dal piu' grande rivoluzionario della storia.

giovedì 11 aprile 2019

Quando le Afriche aprono gli occhi...

Oggi il cammino prende decisamente il sapore della liberta'. Liberta' per il Sudan! Dopo 4 mesi di marce per il cambiamento il popolo sudanese e' riuscito a sbarazzarsi del suo dittotore Omar Al Bashir al potere da 30 anni!
Grande giorno per le Afriche libere. Proprio mentre contemplo camminando il capitolo 9 di Giovanni quello del cieco nato. Ridare la vista ai ciechi voleva dire nel linguaggio biblico liberare gli oppressi. Oggi il popolo sudanese e' liberato! Pochi giorni fa' era riuscito all'Algeria. Ora tocca al Ciad e a tanti altri che sognano un avvenire di giustizia. Sono notizie enormi che i media del potere non metteranno in evidenza.  Il Dio della vita lavora dentro la storia dell'uomo. E libera ancora.

Perche'la creazione e' in divenire...non e' mai terminata. E cosi' a quel cieco che sei tu, sono io, sputa per terra, fa del fango con la saliva e lo cosparge sugli occhi. Ricorda proprio il racconto della creazione nel secondo capitolo del libro della Genesi.

Cammino con immensa gioia oggi. So bene che il cammino verso la liberta' e' ancora molto molto lungo e che la transizione sara' durissima. Ma sono passi enormi che segnano una svolta. E che contagiano i vicini.

Intanto sono altri 27 chilometri di silenzio, incontri, contemplazione, ascolto. Naomi Klein ha scritto un libro dal titolo "Solo una rivoluzione ci salvera'"....ne sono profondamente convinto. E per questo cammino. Per questo mi batto. Per questo vivo. La rivoluzione di Gesu' di Nazaret e del Vangelo. La rivoluzione dell' Amore autentico...

mercoledì 10 aprile 2019

Se dimorate nella mia Parola siete davvero miei discepoli

Ci provo. Anche se e' dura. A dimorare nella Parola di Dio che mette a nudo. Giorno dopo giorno, passo dopo passo medito il Vangelo di Giovanni. Cosi' intenso e provocante. Oggi capitolo 8. Mi colpisce di Gesu'di Nazaret il suo aggrapparsi al Padre in ogni situazione e il suo spiazzare chi gli sta davanti.
Chi prova a seguirlo oggi, per chiamarsi "cristiano" deve, secondo me, aggrapparsi al Padre per ascoltarlo e riconoscere la sua presenza nel mondo e saper spiazzare chi si e' adagiato all'ideologia dominante di quel sistema che affama il mondo e che ci abita con le sue seduzioni.

Oggi 29 chilometri: da Najera a Garnon. Accoglienza spettacolare in parrocchia: siamo in 25 da Belgio, Spagna, Italia, Francia, Stati Uniti, Canada, Argentina. Celebriamo l'Eucarestia e prepariamo insieme a Dario di Belluno e Estrella di Valencia la cena comunitaria: pasta, totillas e insalata. Poi condivisione sulla giornata e tutti a letto.
Cosi' Santiago si avvicina e soprattutto quel senso di liberta' che fa di noi dei viandanti in cerca di Spirito e autenticita'.

martedì 9 aprile 2019

Chi ha sete venga a me...

Cammino portando in cuore un sogno. Quello di vedere la dignita' di persona umana sul volto di ogni fratello e sorella. A tutte le latitudini. Sogno con i piedi ben a terra che ormai vanno in automatico. Ma continuo a sognare e camminare. Un modo per stare a lungo con Dio, anche nella fatica che prende gambe e piedi.

Ripenso alle tantissime persone e situazioni vissute in Ciad che non vivono i caratteri della dignita' umana...c'e' ancora e sempre missione. In Africa e ovunque.
Le affido e chiedo di poter lottare anche in Europa con tutto quello che sono per vedere restaurato il volto di Gesu di Nazaret sui volti dei crocifissi della storia. Per questo ho sete di Lui e di giustizia. E come mi invita a fare il capitolo 7 di Giovanni provo ad andare a Lui.
Il pellegrinaggio ne e' una forma. Un modo per restare con Lui. Per fare ritiro. Esteriore ed interiore. Per andare nelle profondita' delle mie bassezze e mediocrita'. Amato da Lui proprio cosi' e non nonostante cosi'.
Accolto e invitato sempre a rialzarmi. Mai giudicato.

Intanto oggi tappa da 29 km: Logrono-Najera. E Santiago si avvicina. Ma io sono ancora lontano, molto lontano dal mio sogno. Dio ha ancora tanto lavoro con me. Un giorno spero pero' di essere io stesso, come diceva una bellissima preghiera di un anonimo del XIV secolo, le gambe, le braccia, il cuore di Gesu' di Nazaret.

lunedì 8 aprile 2019

Dacci sempre questo pane

" Fermatevi nel cammino e guardate, informatevi dei sentieri del passato. Dove sta la strada buona percorretela, cosi' troverete pace per la vostra vita". Ger 6,16

Ho camminato nel buio su un lunghissimo sentiero a partire dalle 6 di mattina. Meditavo il salmo 22: " Anche se andassi per valle oscura non avrei a temere alcun male". Ho ringraziato quando e' arrivata sorella acqua che da sollievo a madre Terra. Anche se sotto al poncho e sul fango non era cosi' facile. 28 Km fino a Logrono. Meditando questi anni in Africa...volti, storie, comunita', lotte che sono parte di me. E restando sul capitolo 6 di Giovanni. Quello del pane vivo che e' Gesu' di Nazaret. Ne ho sempre piu' fame e sete. In fondo mi interessa incontrare Lui nel profondo. Non arrivare a Santiago. Perche' l'arrivo semplicemente non c'e'...ci sono ripartenze. C'e' il cammino che continua. Del resto l' uomo di Nazaret si e' presentato come " la strada".

Medito sulla tragedia ruandese di 25 anni fa. Proprio in questi giorni la memoria. E su quella rischiosissima che si sta giocando in Libia proprio ora. Con gia' molti sfollati e rifugiati.

In serata accolti benissimo nella parrocchia di Logrono. Eucarestia insieme.Cena ottima offerta da loro. Preghiera del pellegrino, lavata di piatti e tutti a letto che...el camino nos eapera!



domenica 7 aprile 2019

Alzati, prendi la tua barella e cammina...

Gesu di Nazaret rimette in piedi chi fa fatica nel camino. Chi e' caduto e non ce la fa a tirardi su. Chi e' rimasto indietro. Come l' uomo del capitolo 5 di Giovanni. Cosi' mi ha rialzato tante volte nella vita. E camminando ringrazio. Prendendo in mano i miei errori, le mie contraddizioni e i miei limiti. Per camminare ripartendo da li'. Con spero piu' umilta' e umanita'. In questo l'Africa e' stata maestra di vita e lo sento sulla pelle.

Oggi tappa piu' semplice, 22 Km, molto in solitaria per ascoltare il silenzio. A tratti con Stefano e Roberto di Modena, Sonia di Siena. Lungo tratto in campagna su un bellissimo sentiero. Camminando ripensavo al Vangelo e a come Gesu' nel capitolo 5 di Giovanni invita ad ascoltare la sua Parola e ad affidarsi a Lui per avere una vita che non finisce. Ho sempre sognato l'Infinito, una vita che non finisce...e questo sogno sento che si avvera gia' da adesso quando mi affido davvero. Appartengo a Lui e soltanto a Lui. Anche questo insegna il " camino".

In serata all' ostello municipale ci prepariamo pasta e legumi con Lia e Dario da Belluno, Edoardo da Torino, Maurizio, Sonia e Peter dal Canada.

Siempre adelante caminante!

sabato 6 aprile 2019

Dammi quest'acqua...

Il cammino e' una storia d'amore. Tra Dio e il suo popolo. Un amore appassionato che mette in marcia. E io, come te, siamo popolo. Camminare e' ricercare Dio e se'stessi...per osare le alte vette dell'amore...tanto per utilizzare il linguaggio di Timorosa, protagonista del mitico libro che mi sto rileggendo nel "camino" per l'ennesima volta: " Piedi di cerva sulle alte vette- Cammino a Dio attraverso il cantico". Una giovane pecora storpia che ha sete di cambiare vita. Come la sete di un acqua diversa che Gesu di Nazaret propone alla Samaritana.nel capitolo 4 di Giovanni. Tutto il cammino ho chiesto quest' acqua che non dara' piu sete perche' incontrato davvero Gesu' di Nazaret e il suo Vangelo la vita e' appassionante al punto che la felicita' non la si va piu' a cercare altrove. Almeno per me e' cosi'. E anche per la piccola Timorosa che sogna di mettere su piedi di cerva per scalare. Accompagnata dalle due guide: tristezza e sofferenza.

Oggi tappa mitica di 34 chilometri che sono volati via...tra ponti romani, chiesette abbandonate nella campagna, fiumi dove far riposare i piedi nell' acqua gelida, il ricordo dei 92 martiri della guerra civile spagnola. Il " camino" passa attraverso paesini splendidi del nord della Spagna, da piazze principali e cattedrali.
Cammino con Ian inglese e all'arrivo incontriamo in ostello Stefano e Roberto di Modena. Insieme usciamo e andiamo a mangiarci un menu' del pellegrino. La solidarieta' nel " camino" si tocca con mano e tutti offrono da mangiare a chi passa. Anche l' acqua si condivide. Resta osare condividere con piu' coraggio l'acqua viva che ci smuove dentro. A volte si parte piano e non ci si espone con i compagni di cammino. Ma poi poco alla volta si comincia ad aprirsi e vien fuori il sogno che ognuno porta dentro nel " camino". La sete di essere amati e di amare...di cui c'e' urgenza massima nel mondo.

venerdì 5 aprile 2019

Rinascere dall'alto

Piu cammino e piu' sono provocato dentro dalla Parola. Al capitolo 3 del Vangelo di Giovanni Gesu di Nazaret invita Nicodemo a rinascere dall' alto...dallo Spirito che da' vita.
Cosi' comincio ad intuire che il desiderio del cammino porta con se' delle sorprese che fanno parte dell'imprevedibile di Dio...l'invito a rinascere per tuffarmi in una nuova avventura!

Ho camminato oggi 27 chilometri in solitaria...con aiuto di Therese dalla Germania che mi ha fatto luce alle 6 del mattino e di Mary dall'Australia con cui abbiamo condiviso un tratto di strada e racconti di vita.
Meditavo l'incontro di notte tra Nicodemo e Gesu e sentivo dentro crescere la sete di lasciarlo fare, di nascere ancora dentro questa storia. " Si nasce per nascere" diceva Pascal.
La chiamata non finisce mai. Si rinnova. E allora si affaccia davanti a me una nuova fase della vita...tutta da scoprire. Non finiro'mai di ringraziare per le altre tappe...e resto aperto per le prossime. Saranno faticose certo...come il cammino di oggi e i chilometri macinati. A volte sembra di non farcela. E poi scopri una forza che non pensavi di avere. Cosi' e' la vita...sara' dura, anzi durissima...ma il cammino si fa' passo dopo passo, l' importante e' tenere il ritmo...di gambe, cuore e testa.

Incontro antichissime chiesette, attraverso ponti romanici, passo per boschi e sentieri che sudano storia.
Passo per Pamplona e mi fermo in Cattedrale ad affidare il cammino e tutti i camminanti del mondo...rifugiati, sfollati, migranti, nomadi. Affido tantissime persone che porto nel cuore e che mi han chiesto di essere ricordate...Affido le Afriche che porto nel cuore...
Sognando con Dio con le parole di Isaia il giorno in cui " Preparera' il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strappera' su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminera' la morte per sempre. Il Signore Dio asciughera' le lacrime su ogni volto."
Isaia 2,6-8

giovedì 4 aprile 2019

Conosce quello che c'e' nell'uomo...


Siamo partiti alle 7 da Roncisvalle davanti a questa bellissima chiesetta romanica passando per l' ospedale che nel Medioevo accoglieva i pellegrini massacrati dal cammino.
Camminando tra i boschi ho meditato tutto il secondo capitolo del Vangelo di Giovanni. Mi sono soffermato sull' ultimo versetto, il 25. Quello dove dice che Gesu' conosce il cuore dell'uomo. Cosi mi sono messo a nudo davanti a Lui riconoscendo i limiti e i doni che ho ricevuto. Ho ringraziato di tutto.
Ho fatto tesoro di tutto questo tempo con Lui dove mi ha fatto scoprire me stesso. L' avventura piu' interessante del mondo: ascoltare e conoscere se'stessi.
Sono rimasto molto in silenzio, ho condiviso con altri camminatori, ho ascoltato il silenzio della neve che anche oggi ha accompaganto i nostri passi.
Siamo arrivati alle 15 a Larrasouna. Una doccia, un breve riposo, il tempo di lavare i panni e di preparare penne e lenticchie. Un bicchiere di vino condiviso con i camminatori e poi a letto presto.
Domani ci aspetta altra tappa impegnativa.
Adelante caminante!
" Il cammino non esiste,
il cammino sei tu!"

mercoledì 3 aprile 2019

Chi cerchi?

Gv 1,38
Abbiamo camminato con Edoardo di Torino dalle 6h30 alle 13h30 per 27 chilometri sotto la neve. Prima tappa da San Pied de Port a Roncisvalles. Panorami bellissime e salite dure sui Pirenei.
Perche' cammino?

Per cercare Dio. Ringraziarlo di tutti questi anni di Ciad. Dei volti incontrati, delle vicende missionarie, delle gioie e delle sconfitte.

Per affidargli tante persone care. Dall' Africa all'Europa.

Per chiedergli il coraggio di stare vicino agli ultimi del mondo e lottare contro tutte le ingiustizie che attanagliano questo nostro pazzo mondo.
Al fianco camminano pellegrini da tutto il mondo. 
Ognuno con le sue motivazioni, ognuno.per la sua strada. Ma " el camino" ci accomuna e ci fa sentire un popolo in strada.
Quella strada che mi fa fare cosi bene memoria della mia vita missionaria in cammino: bellissima e durissima.
Facendomi risuonare nel cuore le parole di Daniele Comboni che sono circolate lunedi al saluto ultimo di Michele Russo nostro caro e grande vescovo comboniano in Ciad:
" Il missionario deve essere disposto a tutto. La nostra vita e' un misto di dolore e movimenti, di affanni e di speranze, di patimenti e conforti. Si lavora con le mani e con la testa, si viaggia a piedi o in piroga, si studia, si suda, si soffre, si gode: ecco quello che vuole da noi la Provvidenza".  

martedì 2 aprile 2019

Affidandoci...

Ieri lunedi 1 aprile, dopo l ultimo saluto al nostro grande vescovo comboniano Michele Russo che ha speso la vita per il popolo ciadiano, sono volato a Lourdes per affidarmi a Mama Marie.
Sotto la grotta ero venuto tanti anni fa con diversi amici e con i pellegrinaggi dell'Unitalsi.
Qui ho conosciuto persone molto importanti nella mia vita. Come Chiara e tanti altri. Qui Dio mi ha parlato.
Stamattina ho affidato il popolo ciadiano, Mamma Africa, le vittime di tutte le ingiustizie del mondo. E tantissime persone che mi hanno chiesto di essere affidate. Ho messo il cammino nelle sue mani.
Accompagnato dal Salmo 84, il prologo del Vangelo di Giovanni e quello spettacolo del libro " Piedi di cerva sulle alte vette". Cammino anche per tutti voi. Con tanti pellegrini da Irlan da, Italia, Corea, Australia, Cina...
La piu coraggiosa Caterina vent' anni. Cammina per mamma che lo aveva in cuore ed e' partita prima.
Nel pomeriggio trasferta in treno a San Jean Pied de Port da dove comincia il cammino francese.
Il tempo di prendere la Credencial cioe'la carta del pellegrino e via in ostello. Un boccone e la sera la messa nella bellissima chiesa gotica con la benedizione ai pellegrini che partono.
Domani ci aspetta il tappone piu' duro.
Adelante siempre!

" Caminante no hay camino.
Se hace camino al andar"