Sono piccolo segni di un Dio che non abbandona…sale della
terra dell’est del Ciad e luce di un mondo abbandonato, che non interessa quasi
a nessuno…
Si chiamano:
·
Iriba,
dove sabato abbiamo celebrato (con don Benoit amico e prete italiano) quattro
battesimi, un matrimonio e una cresima…nella preparazione la visita al campo
dei rifugiati del Darfur, l’incontro con il sultano di Dar Zagawa, la
preparazione della coppia che si sposava, l’incontro con Ndiko unico medico
dell’ospedale sempre così accogliente…certo affogato nell’alcool ma una
certezza per la gente (i bicchieri scaravoltati sembrano qui caratterizzare
particolarmente i dottori..che certo ne vedono di tutti i colori). Poi la festa
con la gente, le danze…
·
Am Zoer, dove
abbiamo incontrato i cristiani, cattolici e protestanti che stanno formando una
nuova comunità cristiana insieme..segni di un ecumenismo già nei fatti, alla
faccia dei documenti, ipotesi, dei forse sì ma….abbiamo promesso di tornare
presto e di celebrare insieme. Ho proposto al pastore Osée, grande amico e
fratello, di andare insieme..vedremo
·
Tiné, dove
una piccola comunità cristiana resiste..da sei anni non vedevano un prete e non
sembra loro vero di vederci 3 volte in 6 mesi! Vedessi la gioia,
l’organizzazione…potevo solo in settimana e hanno fermato il lavoro per le
celebrazioni! Poi l’accoglienza da Papà Doumbai un vecchio doganiere e
fondatore della comunità cristiana..sposato con Alluhme, musulmana e con i
figli liberi di seguire Gesù di Nazareh o Mohammad…è là che incontriamo Israel,
bambino pastore, rapito in capitale, picchiato e torturato, venduto dalla madre
(per disperazione!..che miserie..)e poi scappato dai suoi aguzzini, la
notte..quattro giorni a piedi per arrivare da papà Doumbai…lo prendiamo con noi
e dopo 10 giorni a casa nostra ad Abeche lo accompagnamo a N’Djamena e lo
consegniamo alla LTDH, la Lega ciadiana per i diritti umani…annunciato alla
radio lo zio ha sentito e si è fatto vivo per riprenderlo con sé
·
Farchana,
dove una piccola-grande comunità ci fa festa..per la prima volta
celebravano dei battesimi..messa di tre ore con canti e danze che non
finiscono…poi tutti sotto al grande albero per mangiare assieme
·
Amloyna, dove
un’altra comunità mista, cattolici e protestanti insieme, avanza. E’ domenica
sera e per la messa attendiamo un po’ ma poi arrivano in 40 e celebriamo la
vita
·
Kalayt, in
pieno deserto dove ci recheremo questo fine settimana…sofforno terribilmente
per l’acqua che non c’è e la poca che si trova è infetta. Quasi tutta la
popolazione ha il tifo…stiamo studiando cosa fare per venire loro incontro
·
Fada, ancora
più a nord, tra la sabbia e le rocce una bellissima cappellina accoglie una
comunità di 80-100 persone che pregano e lottano…ora stiamo organizzando la
Biblioteca, la più a nord del Ciad! Evangelizzazione e promozione umana ancora
si prendono per mano..la Buona Notizia non ha confini e qui si sposa anche con
cultura, libri, istruzione..insomma voglia di superarsi…
Ce
ne sono ancora tante altre, che lottano, resistono, amano, sperano…tutte
fondate dai laici!
Testimonianza
viva di Gesù risorto nel deserto, del liveito che fermenta nella pasta, del tesoro nsacosto nel campo, di un Vangelo senza confini…
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