mercoledì 13 marzo 2019

Verso la libertà...dal dio denaro al volto degli ultimi

In cammino con i crocifissi della storia
il denaro é cosa buona. Ma l'uomo é migliore.
Risponde quando lo chiami”

Ki Zerbo, storico burkinabé

Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme”

Mc 15,40-41

Nelle vene aperte di questa nostra umanità ferita al cuore c'é ancora una buona notizia che viene dalle donne e dall'Africa che non si arrende. Come Gesù di Nazaret che é andato fino in fondo senza rinunciare al progetto di cambiare il mondo degli impoveriti di tutti i tempi.

E' ancora possibile lottare per la vita e opporsi con tutte le nostre forze al dio denaro che ci ha anestetizzati dentro casa nei confronti del dolore del mondo. Dolore che ha volti. Non statistiche. Lacrime e sorrisi. Se li guardi in faccia con passione ti cambiano radicalmente la vita. E allora diventa urgente cambiare passo per rimetterci in cammino con i crocifissi della storia...verso la libertà.

Lasciamo parlare loro. Donne che rischiano sulla pelle il sogno stesso di Dio. Dal basso e dalla strada. Non dai palazzi.

Nonhle Mbuthuma si batte con coraggio per difendere i terreni incontaminati di Xolobeni, villaggio situato nella provincia sudafricana del Capo orientale, dove la società mineraria Australia MRC punta ad estrarre titanio minacciando lo sgombero forzato di circa 5mila persone. Da anni Nonhle subisce minacce e viene intimidita da quegli stessi poliziotti che dovrebbero difenderla. E' anche scampata a un tentato omicidio. Tutto ciò non l'ha piegata.

Ahmal Fati é stata condannata in Egitto a due anni di reclusione per aver postato su Facebook un video di condanna contro le molestie sessuali.

Wanjeri Nderu si oppone in Kenya alle esecuzioni extragiudiziali.

Aisha Yesufu e Obiageli "Oby" Ezekwesili cofondatrici del movimento #BringBackOurGirls in Nigeria, sono state arrestate per un sit-in di protesta ad Abuja

Mariam al-Tayeb é stata rapita in LIbia per aver denunciato le violenze delle milizie di Tripoli.

Nawal Beinassa é finita in carcere in Marocco per aver chiesto maggiore assistenza sanitaria per la regione del RIF.



E noi?






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