Carissime/i un abbraccio a tutte/i con la gioia del Vangelo.
Proprio quella che ci ha portato due anni ad aprire una nuova
comunità comboniana al nord-est del Ciad al confine con il Sudan e la
travagliata zona del Darfur. Siamo in tre: padre Abakar dal Sud Sudan, il
diacono Bernard dal Congo e io. Come piccola presenza proviamo ad essere nel
grande oceano musulmano, il 97% della popolazione, quello che voleva Gesù per i
suoi discepoli: il sale della terra e la luce del mondo. Ci proviamo, con tutti
i nostri limiti! E ci sentiamo accolti e protetti dal mondo musulmano. Volti e
storie che ora hanno un nome. Viviamo insieme nel quotidiano e anche
collaboriamo e lavoriamo insieme nella scuola, nel centro culturale e nei
progetti di sviluppo. Hanno ben capito che noi non cerchiamo proselitismo e
conversioni ma, in punta di piedi, proviamo ad essere un piccolo segno di
fratellanza universale. E questo è davvero possibile! Con anche difficoltà e
barriere in due anni abbiamo rinsaldato quelle belle condizioni per l’incontro
ed il dialogo che i gesuiti prima di noi avevano preparato per 60 anni. Abbiamo
bisogno innanzitutto noi di convertirci! Non all’islam…ma all’umanità, per
essere uomini e poi anche cristiani più veri e più autentici…
Abbiamo una comunità cristiana formata da 18 piccole comunità in
un territorio di oltre 200.000 Km² esteso su 6 regioni! Siamo sempre in viaggio
per visitare e incoraggiare le piccole comunità cristiane e non farle sentire
sole in condizioni molto dure come caldo estremo del deserto e forte escursione
termica, pochissima acqua, molto tifo e malaria. Ma non ci arrendiamo perché è
proprio Dio il primo a non arrendersi! Proviamo a creare sempre buone relazioni
con i fratelli e sorelle musulmani. Organizziamo seminari di studio e incontri
sul tema della cultura della pace, molto sentito qui dopo 30 di una guerra che
lascia ancora profonde e aperte ferite.
Accompagniamo con la nostra presenza e amicizia i rifugiati del
Darfur: 300.000 nella nostra comunità cristiana da dieci anni! Proviamo a
portare avanti progetti di sviluppo legati alle scuole, all’acqua e alla
generazione di reddito. Come il sostegno a due associazioni di donne musulmane
che ci chiedono macchinari per produrre olio di arachidi e tessere abiti.
Per noi annunciare la buona notizia del Vangelo significa gridare
con la vita la gioia di esserci qui e insieme costruire il sogno di Dio…nel
nostro piccolo quelle condizioni di pace, giustizia e fratellanza universale…così
urgenti al mondo di oggi. L’anelito profondo di tutti…ma da scavare e tirar
fuori!
Sappiamo e sentiamo che ci siete anche voi e tanti altri ad accompagnarci,
sostenerci, incoraggiarci…e noi andiamo avanti con la gioia di chi sa che la
missione è Sua! Proviamo ad essere le sue mani e le sue gambe per
ricostruire questa nostra umanità così ferita. Recuperiamo insieme l’incanto
perduto e il sogno di un mondo radicalmente altro dove al centro c’é il Dio
della vita che vuole vita degna per tutti e non il dio denaro!
Vi abbraccio forte nel Dio della vita,
e porto il vostro abbraccio di pace alla nostra gente…
Vostro amico e fratello nel cammino
Filo
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