Situazione estremamente insostenibile alla prigione di Am Sinene a
N’Djamena
N’Djamena,
13 settembre 2013 – testimonianza anonima
Il primo problema é innanzitutto la malnutrizione
degradante dei prigionieri. I viveri destinati a loro prendono spesso un altra
strada ed escono a favore delle famiglie delle guardie. IL cibo é immangiabile
e in alcuni casi i prigionieri restano a lungo senza niente e alcuni sono morti
senza constatazione e diagnostico per determinarne la cause.
I prigionieri prendono a carico la pulizia del
cortile e dell’evacuazione degli escrementi. Certi prigionieri sono costretti a
defecare all’aria libera per mancanza di toilette. I detenuti sono circa 1500
per un carcere che ne puo contenere al massimo 500.
Il modo di alloggiare i detenuti é incredibile: in
una cella di 4 metri per 4 dormono dalle 68 alle 75 persone mentre in unno
stanzone, lo chalet, ci sono oltre 100 persone che dormono sdraiati uno sopra
l’altro. Si lasciano dormire gli anziani coricati e gli altri come possono.
La cucina, dietro la grande costruzione, accoglie
dei prigionieri duarante il giorno. A fianco ci sono delle celle che assorbono
tutto il calore durante la giornata per via della preparazione degli alimenti.
A causa anche del fumo delle sigarette l’aria é compressa e manca l’ossigeno.
Nel periodo più caldo non si respira. I cuochi poi continuano tutto il tempo a
far bruciare la legna per ottenerne del carbone da vendere e cosi le pareti
sono roventi. Abbiamo informato gli agenti e i responsabili di costruire la cucina
in altro luogo per risparmiare la vita ai prigionieri ma le nostre istanze non
sono mai state prese in considerazione.
Spesso le domende di cure mediche sono rigettate
in blocco.
Molti prigionieri restano mesi e mesi fino a 2
anni e mezzo senza comparire davanti al giudice d’istruzione per l’udienza.
Certe donne non hanno la possibilità di esprimersi perché nessuno le ascolta.
I familiari che vengono a visitare i loro
prigionieri devono pagare da 200 franchi CFA fino a 1000 (da 40 centesimo di
euro fino a 1 euro e mezzo) per vedere i loro cari e passare loro qualche
alimento. Le guardie vino sfruttando i prigionieri e la loro sofferenza
Tra il 23 e il 26 agosto 2013 cinque persone sono morte in carcere.
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