La mattina presto di mercoledì 25 settembre ho lasciato N'Djamena per la nuova missione di Abeché in piena terra musulmana al confine ocn il Sudan.
Non è stato facile salutare la comunità cristiana del
carcere di Am Sinene a N’Djamena, amici che lottano in condizioni di vita al
limite…quando ho abbracciato Jude, il responsabile della comunità cristiana ho
sognato il momento in cui l’avrei rivisto un giorno fuori…
Non è stato facile salutare le comunità cristiane della
Loumia, MIshin Sara, Ancien Pont, Mandelia e Mailao con cui abbiamo fatto un
tratto di strada assieme. Domenica alla messa le donne all’offertorio mi hanno
portato danzando tanto di quel miglio in regalo che mi hanno fatto vibrare
dentro…
Non è stato facile salutare e lasciare gli amici di Toukra,
gli sfollati delle inondazioni del 2012…sono rimasti in 580 che resistono in
capanne di fortuna ai bordi della strada…baraccati e dimenticati dal mondo
E’ come lasciare un po’ di sé…è come essere divisi dentro
Non è stato facile per il Galileo nella sua terra e non è
facile per chi prova con grandi limiti e contraddizioni a mettersi dietro a
lui.
Daniele Comboni diceva sempre che “le opere di Dio nascono e crescono ai piedi della croce” e lo sento
sempre più vero.
Ma lanciarsi è bello, perché è continuamente affidarsi…
Missione è “sedersi dove la gente si siede e lasciare che
Dio avvenga” mi ha insegnato un amico un giorno…
Noi ci buttiamo e… il resto lo farà Lui!
Nessun commento:
Posta un commento