Ricevo questo preziosissimo scritto da Fausto, amico e fratello nel cammino,
per riprendere assieme il filo della riflessione sulla missione
Carissimo,
tutta la notte ho sognato (o ero desto?) di
discutere animatamente con Dio. Oggetto del contendere: se ci sono voluti due
milioni di anni per “fare” l’homo sapiens; se qs uomo ha attraversato
glaciazioni, estinzione di dinosauri ed altri animali più forti di lui; se ci
sono voluti duemila anni di religioni monoteiste; se ci sono voluti due (dicesi
due, non una!) macelli mondiali per arrivare a mettere insieme, codificare,
proclamare di fronte alla storia i diritti inalienabili dell’Uomo, quanti ce ne
vorranno per arrivare alla “Dichiarazione dei diritti dei POPOLI”?
Ma non contano proprio niente i popoli sulla
bilancia della finanza internazionale, sull’altare delle culture e delle
religioni? Non sono soggetti, individui, con il loro volto, le loro tradizioni,
saggezze ancestrali, valori, ecc. ecc.? Un popolo non ha forse una fisionomia,
delle impronte digitali, un’anima (per così dire) come un individuo lo
riteniamo unico proprio in base a quelle caratteristiche?
La storia non ci porta sulla soglia di un nuovo
avvenire? Altro che scontro di civiltà, nuove invasioni barbariche da tutti i
sud del pianeta! La globalizzazione non è forse la nuova “rivelazione”
dell’uomo all’uomo? Non è l’uomo che rompe il guscio, perché vuole uscire dalla
pelle dell’individualismo, del provincialismo, del nazionalismo per nascere
all’universo come “uomo di tutti, uomo per tutti”?
La decadenza dell’occidente non è ascrivibile, tra
l’altro, anche a questa non presa di coscienza, immaturità storica, cecità
culturale e religiosa?
Insomma: fino a quando concepiremo il mondo in
termini di nord, sud, oriente, occidente, come potremo uscire dalla palude dei
campanili, dei minareti, degli stupa (templi orientali)? O l’umanità fa un
salto di qualità o potrà avere un futuro? I nazionalismi sono una gabbia, che
imprigiona lo spirito umano. E anche una trappola, una tagliola che ci
impedisce di camminare verso un mondo nuovo, di cui non possiamo più farne a
meno. Tutti i conflitti, lotte di religione, guerre commerciali e finanziarie,
battaglie per le risorse, l’acqua, l’energia, il cibo, potranno essere
affrontati con dogane, frontiere, passaporti, ideologie e religioni
particolariste?
Fino a quando subiremo l’oltraggio all’intelligenza,
che il deterrente nucleare è l’unica maniera per non annientare, annientandosi?
Il famoso “muoia Sansone e tutti i filistei”.
Vedi, Filo?
Da quando mi hai messo a parte del tuo desiderio,
aspirazione di immergerti nel mondo islamico, dentro di me ha cominciato a
serpeggiare una domanda: perché, che cosa spinge, sollecita Filo ad andare in
questa direzione? In quest’alba che avanza mi sembra di intravedere in te
questo richiamo, questa vocazione della storia umana. Tradotto in termini più
semplici: Filo vuole uscire dai confini angusti del mondo occidentale; sente il
richiamo di qualcosa di più ampio, più abrangente. Forse per ora si tratta di
una intuizione e, cammin facendo, emergeranno le ragioni di questo desiderio di
avanzamento verso un “più uomo, più umanità”…
Ed io me la prendo sempre con Dio… con chi altri, se
non con l’autore del capolavoro della creazione? Con chi altri se non con
quella religione, che vanta il diritto di aver dato carne e sangue al suo
“genitore”?
Credo ci siano dei sintomi importanti che segnano il
cammino dell’umanità. Li enumero per poterli, un giorno, approfondire:
globalizzazione
miscenizzazione delle razze/culture
grabbing land
fallimento delle religioni
Per ora abbiti qs poca materia prima per proseguire
il discorso sulla missione.
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