Porta il nome
di Fausto Marinetti. In realtà è abitato da tanti piccoli che ha incontrato
lungo il cammino. Gente che non conta nello scacchiere del mondo. Ma che grida
dentro di lui.
Piange dentro
e fuori. Si commuove per i derelitti della storia con cui ha condiviso lotte,
passioni e speranze. In Brasile e ai margini della storia. Gente che continua a vivere in lui. Sempre al
seguito del folle di Nazaret e al passo del Vangelo. Scuola don Zeno di
Nomadelfia. Descrive volti e racconta storie di piccoli crocifissi della
storia. Persone in carne ed ossa che prendono il posto delle croci attaccate ai
muri
Tra sabato e
domenica di passaggio a Parma ci ha condiviso una vita fatta di passione, morte
e resurrezione. Senza sconti. Come non glieli ha fatti la vita. Sempre in
trincea, in frontiera, come un buon missionario che spende tutto quello che è e
che ha.
Ci ha lasciato
i suoi libri “Ai confini di Dio” e “Don Zeno, obbedientissimo ribelle”. Ci ha
lasciato le sue lacrime e soprattutto il suo cuore che ribolle dentro contro
tutte le ingiustizie e le sopraffazioni della terra. Mi ha ricordato Lele
Ramin, Oscar Romero, Thomas Sankara, Francesco di Assisi, Lorenzo Milani…un
profeta insomma, una di quelle “teste calde” (come ha detto ieri alla messa Don
Luigi) che servono oggi all’umanità e alla Chiesa per ridare al mondo il sapore
del Vangelo della giustizia.
Ci ha detto
con il cuore in mano che i nostri soldi, ormai l’idolo che ci ha fatto smarrire
nella via, non ci appartengono, se non quelli necessari per una vita almeno
degna. Il resto appartengono all’umanità. Ferita, sfigurata, violentata, messa
ai margini, esclusa…
Non resta
allora che essere ribelli. Come Gesù di Nazaret e tutti i martiri della storia…
Grazie hermano
Fausto. L’unico cammino è scendere…
Adelante
siempre (Avanti sempre)…
Nessun commento:
Posta un commento