"Vale la pena vivere solo per ciò per cui vale anche la pena morire" Martin Luther King
venerdì 14 settembre 2012
Spostare il centro del mondo!
Sulle orme di Toumai per riprendere coscienza della propria storia
E’ il sogno di Joseph Ki-Zerbo, burkinabé e padre della storiografia
africana. Il primo africano ad aver scritto una storia del suo
continente per riprendere in mano la memoria, la coscienza e la
dignità del popolo nero. Soprattutto il posto dell’Africa nel mondo.
Classificata sempre tra gli ultimi la “perla nera” chiede il diritto
di esistere a testa alta. “O sei vivo e sei fiero o sei morto”
ripeteva spesso Steve Biko, leader del Movimento per la coscienza dei
neri in Sudafrica.
Il centro delle nostre notizie sono sempre i grandi e potenti del
mondo. Se c’è un elezione negli Stati Uniti (a novembre!) se ne
comincia a parlare un anno prima. Se invece si tratta dell’Angola (2
settimane fa) nessuno ne parla e nessuno sa! Se arriva un uragano in
America (del Nord ovvio!) la notizia e le immagini finiscono su tutti
i giornali. Se avviene invece un’alluvione in Senegal (in agosto 13
morti) tutto tace. Ecco perché Ki-Zerbo e con lui tanti africani
vogliono ribaltare il mondo e incrinare quella visione eurocentrica o
americano centrica che mette il mondo occidentale sempre per primo.
Anche Dio, quello di Gesù di Nazaret e degli impoveriti della terra,
si muove sulla lunghezza d’onda degli africani che vogliono spostare
il centro della storia, perché non accetta che ci siano mondi primi,
secondi o terzi. Visto che il suo centro sono gli ultimi, gli
scartati, gli insignificanti agli occhi della finanza e dell’economia
mondiali. Perché non consumano, non hanno azioni, non producono
ricchezza.
Ki-Zerbo racconta il suo sogno con precisione nel libro “Punti fermi
sull’Africa” (Edizioni EMI 2011). Ricorda come “in principio fu
l’Africa”, la culla dell’umanità, visto che nel 2003 è stato scoperto
in Ciad il più antico australopiteco, risalente a sette milioni di
anni fa. Questa ripresa delle origini deve accompagnare l’Africa a
prendere coscienza del suo posto nella storia, liberandosi da quella
posizione servile e marginale in cui è stata relegata. La tratta dei
neri, il colonialismo hanno lasciato ferite profondissime che ancora
scavano e fanno male dentro il cuore degli africani: “Prelevare dai
trenta ai cento milioni dei migliori figli e figlie di un continente
come carne grezza per quattro secoli lascia ovviamente tracce,
cicatrici permanenti non solo nella dimensione dell’avere ma anche
dell’essere”. Fattori talmente crudeli da determinare una
decelerazione e decostruzione tremende della identità africana. Resta
soltanto oggi una strada da percorrere per rimettersi in piedi:
“sciogliere dalle catene le coscienze e gli inconsci”.
L’Africa deve risalire alle fonti, ripercorrere la sua storia fatta
anche di lumi e speranze, come l’antenato Egitto, locomotiva della
storia e precursore della scrittura, dell’arte e delle costruzioni
(piramidi), i grandi Regni pre-coloniali di Ghana, Mali e Gao che non
avevano niente da invidiare alle civiltà medievali europee, la civiltà
araba del Nordafrica che ha fatto del commercio, dei mezzi di
trasporto e dell’arte un fiore all’occhiello del continente.
Rivisitare la storia con la passione di superarla è rinascere!
Parola di Ki-Zerbo. Buon cammino, dentro la tua storia, e buona
resurrezione, Africa!
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