Grazie Carlo di esserci con amore.
Non te ne sei andato, sei ancora con noi, con il tuo amore
alla Parola, quella vera, quella di Dio. Nel marasma delle parole inutili tu
hai scelto l’essenziale!
Hai rifiutato l’accanimento della medicina per continuare un
esistenza che il Galileo ha rischiato in tutto e per tutto, fino a perderla, per amore della giustizia, del Regno e dei
poveri. Quell’accanimento che troppo stride di fronte di fronte ad un Africa
dove non si assicura neanche la vita alle piccole creature.
Ieri sera, alla notizia della tua morte, ho ringraziato il
Padre di tutti per averci regalato un tipo come te, libero, coraggioso, dentro
la Chiesa con ostinata speranza. Innamorato e appassionato del Vangelo e della
comunità di Gesù, povera, radicalmente controcorrente, missionaria, schierata
con gli ultimi.
Ho riletto prima di dormire alcune tue pagine proprio sull’esistenza
pasquale, quella di Gesù di Nazaret e di tutti coloro che provano, con fatica e
passione, a mettersi sulle sue tracce. Vita tosta, fatta di passione, morte e
resurrezione. E di una vita che vince sempre, anche oltre la morte. Narravi come
tutta la nostra esistenza sia in vista di quel momento, sorella morte. Prima ne
parlavi e ora la vivi sulla pelle. Ma nel parlarne dicevi che era quello il
momento vero del nostro passaggio sulla terra, il momento decisivo della
fiducia totale in Dio. Quella che trasporta verso la vita piena, per sempre.
Grazie Carlo di esserci…è solo un arrivederci
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