giovedì 26 marzo 2020

Tornando alla Parola...


Sento in profondità che in questi tempi durissimi di angoscia e paura tornare alla Parola scalda il cuore, ridà fiato al cammino e rinsalda la speranza.

Perché dove tutto diventa incerto, frammentato, liquido serve una stella polare, una direzione nella notte. Da vedere e seguire. Come il profeta Geremia che nell'inverno del suo popolo e della sua storia vede un ramo di mandorlo (Ger 1,11). Non tutti sanno vedere l'orizzonte della speranza. E di questa gente c'é un bisogno immenso. Dei visionari squilibrati quanto a passione del vivere, lottare, e se serve, morire. Urgono contemplativi sulle strade del mondo. Che sanno riconoscere Dio e la sua Parola in azione.

Una Parola che vede oltre, che reinnesta speranza, che davvero convince che la vita é per sempre se spesa per la causa della giustizia con gli impoveriti della terra.

Rileggendo i primi capitoli della Genesi riscopro come l'origine della paura é la non accettazione della nostra fragilità, piccolezza, limite. La nudità in linguaggio biblico. Se non accogliamo che siamo un soffio che passa avremo sempre paura. "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Gen 3,10

Se riconosciamo invece che non siamo cratore ma creature allora sarà bello e coraggioso tuffarci nella vita con passione e coraggio. Liberi anche se chiusi in casa. Di passaggio sulla terra. Senza neanche la paura di morire. Anzi con la felicità di morire nel Signore: "Felici coloro che muoiono nel Signore" (Ap 14,13)



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