sabato 6 aprile 2019

Dammi quest'acqua...

Il cammino e' una storia d'amore. Tra Dio e il suo popolo. Un amore appassionato che mette in marcia. E io, come te, siamo popolo. Camminare e' ricercare Dio e se'stessi...per osare le alte vette dell'amore...tanto per utilizzare il linguaggio di Timorosa, protagonista del mitico libro che mi sto rileggendo nel "camino" per l'ennesima volta: " Piedi di cerva sulle alte vette- Cammino a Dio attraverso il cantico". Una giovane pecora storpia che ha sete di cambiare vita. Come la sete di un acqua diversa che Gesu di Nazaret propone alla Samaritana.nel capitolo 4 di Giovanni. Tutto il cammino ho chiesto quest' acqua che non dara' piu sete perche' incontrato davvero Gesu' di Nazaret e il suo Vangelo la vita e' appassionante al punto che la felicita' non la si va piu' a cercare altrove. Almeno per me e' cosi'. E anche per la piccola Timorosa che sogna di mettere su piedi di cerva per scalare. Accompagnata dalle due guide: tristezza e sofferenza.

Oggi tappa mitica di 34 chilometri che sono volati via...tra ponti romani, chiesette abbandonate nella campagna, fiumi dove far riposare i piedi nell' acqua gelida, il ricordo dei 92 martiri della guerra civile spagnola. Il " camino" passa attraverso paesini splendidi del nord della Spagna, da piazze principali e cattedrali.
Cammino con Ian inglese e all'arrivo incontriamo in ostello Stefano e Roberto di Modena. Insieme usciamo e andiamo a mangiarci un menu' del pellegrino. La solidarieta' nel " camino" si tocca con mano e tutti offrono da mangiare a chi passa. Anche l' acqua si condivide. Resta osare condividere con piu' coraggio l'acqua viva che ci smuove dentro. A volte si parte piano e non ci si espone con i compagni di cammino. Ma poi poco alla volta si comincia ad aprirsi e vien fuori il sogno che ognuno porta dentro nel " camino". La sete di essere amati e di amare...di cui c'e' urgenza massima nel mondo.

venerdì 5 aprile 2019

Rinascere dall'alto

Piu cammino e piu' sono provocato dentro dalla Parola. Al capitolo 3 del Vangelo di Giovanni Gesu di Nazaret invita Nicodemo a rinascere dall' alto...dallo Spirito che da' vita.
Cosi' comincio ad intuire che il desiderio del cammino porta con se' delle sorprese che fanno parte dell'imprevedibile di Dio...l'invito a rinascere per tuffarmi in una nuova avventura!

Ho camminato oggi 27 chilometri in solitaria...con aiuto di Therese dalla Germania che mi ha fatto luce alle 6 del mattino e di Mary dall'Australia con cui abbiamo condiviso un tratto di strada e racconti di vita.
Meditavo l'incontro di notte tra Nicodemo e Gesu e sentivo dentro crescere la sete di lasciarlo fare, di nascere ancora dentro questa storia. " Si nasce per nascere" diceva Pascal.
La chiamata non finisce mai. Si rinnova. E allora si affaccia davanti a me una nuova fase della vita...tutta da scoprire. Non finiro'mai di ringraziare per le altre tappe...e resto aperto per le prossime. Saranno faticose certo...come il cammino di oggi e i chilometri macinati. A volte sembra di non farcela. E poi scopri una forza che non pensavi di avere. Cosi' e' la vita...sara' dura, anzi durissima...ma il cammino si fa' passo dopo passo, l' importante e' tenere il ritmo...di gambe, cuore e testa.

Incontro antichissime chiesette, attraverso ponti romanici, passo per boschi e sentieri che sudano storia.
Passo per Pamplona e mi fermo in Cattedrale ad affidare il cammino e tutti i camminanti del mondo...rifugiati, sfollati, migranti, nomadi. Affido tantissime persone che porto nel cuore e che mi han chiesto di essere ricordate...Affido le Afriche che porto nel cuore...
Sognando con Dio con le parole di Isaia il giorno in cui " Preparera' il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strappera' su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminera' la morte per sempre. Il Signore Dio asciughera' le lacrime su ogni volto."
Isaia 2,6-8

giovedì 4 aprile 2019

Conosce quello che c'e' nell'uomo...


Siamo partiti alle 7 da Roncisvalle davanti a questa bellissima chiesetta romanica passando per l' ospedale che nel Medioevo accoglieva i pellegrini massacrati dal cammino.
Camminando tra i boschi ho meditato tutto il secondo capitolo del Vangelo di Giovanni. Mi sono soffermato sull' ultimo versetto, il 25. Quello dove dice che Gesu' conosce il cuore dell'uomo. Cosi mi sono messo a nudo davanti a Lui riconoscendo i limiti e i doni che ho ricevuto. Ho ringraziato di tutto.
Ho fatto tesoro di tutto questo tempo con Lui dove mi ha fatto scoprire me stesso. L' avventura piu' interessante del mondo: ascoltare e conoscere se'stessi.
Sono rimasto molto in silenzio, ho condiviso con altri camminatori, ho ascoltato il silenzio della neve che anche oggi ha accompaganto i nostri passi.
Siamo arrivati alle 15 a Larrasouna. Una doccia, un breve riposo, il tempo di lavare i panni e di preparare penne e lenticchie. Un bicchiere di vino condiviso con i camminatori e poi a letto presto.
Domani ci aspetta altra tappa impegnativa.
Adelante caminante!
" Il cammino non esiste,
il cammino sei tu!"

mercoledì 3 aprile 2019

Chi cerchi?

Gv 1,38
Abbiamo camminato con Edoardo di Torino dalle 6h30 alle 13h30 per 27 chilometri sotto la neve. Prima tappa da San Pied de Port a Roncisvalles. Panorami bellissime e salite dure sui Pirenei.
Perche' cammino?

Per cercare Dio. Ringraziarlo di tutti questi anni di Ciad. Dei volti incontrati, delle vicende missionarie, delle gioie e delle sconfitte.

Per affidargli tante persone care. Dall' Africa all'Europa.

Per chiedergli il coraggio di stare vicino agli ultimi del mondo e lottare contro tutte le ingiustizie che attanagliano questo nostro pazzo mondo.
Al fianco camminano pellegrini da tutto il mondo. 
Ognuno con le sue motivazioni, ognuno.per la sua strada. Ma " el camino" ci accomuna e ci fa sentire un popolo in strada.
Quella strada che mi fa fare cosi bene memoria della mia vita missionaria in cammino: bellissima e durissima.
Facendomi risuonare nel cuore le parole di Daniele Comboni che sono circolate lunedi al saluto ultimo di Michele Russo nostro caro e grande vescovo comboniano in Ciad:
" Il missionario deve essere disposto a tutto. La nostra vita e' un misto di dolore e movimenti, di affanni e di speranze, di patimenti e conforti. Si lavora con le mani e con la testa, si viaggia a piedi o in piroga, si studia, si suda, si soffre, si gode: ecco quello che vuole da noi la Provvidenza".  

martedì 2 aprile 2019

Affidandoci...

Ieri lunedi 1 aprile, dopo l ultimo saluto al nostro grande vescovo comboniano Michele Russo che ha speso la vita per il popolo ciadiano, sono volato a Lourdes per affidarmi a Mama Marie.
Sotto la grotta ero venuto tanti anni fa con diversi amici e con i pellegrinaggi dell'Unitalsi.
Qui ho conosciuto persone molto importanti nella mia vita. Come Chiara e tanti altri. Qui Dio mi ha parlato.
Stamattina ho affidato il popolo ciadiano, Mamma Africa, le vittime di tutte le ingiustizie del mondo. E tantissime persone che mi hanno chiesto di essere affidate. Ho messo il cammino nelle sue mani.
Accompagnato dal Salmo 84, il prologo del Vangelo di Giovanni e quello spettacolo del libro " Piedi di cerva sulle alte vette". Cammino anche per tutti voi. Con tanti pellegrini da Irlan da, Italia, Corea, Australia, Cina...
La piu coraggiosa Caterina vent' anni. Cammina per mamma che lo aveva in cuore ed e' partita prima.
Nel pomeriggio trasferta in treno a San Jean Pied de Port da dove comincia il cammino francese.
Il tempo di prendere la Credencial cioe'la carta del pellegrino e via in ostello. Un boccone e la sera la messa nella bellissima chiesa gotica con la benedizione ai pellegrini che partono.
Domani ci aspetta il tappone piu' duro.
Adelante siempre!

" Caminante no hay camino.
Se hace camino al andar"

sabato 30 marzo 2019

In cammino...


Comincio lunedì sera da Lourdes il cammino di Santiago...portando in cuore voi e tutti gli ultimi del mondo, il popolo ciadiano, la speranza dell'Africa che non si arrende

L'uomo che cammina é quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte.
Coloro che ne seguono le orme e credono che si possa restare eternamente vivi nella trasparenza di una parola d'amore, senza mai smarrire il respiro, costoro, nella misura in cui sentono quel che dicono, sono forzatamente considerati matti.

(Dall'uomo che cammina, di Christian Bobin)

martedì 26 marzo 2019

Avanti insieme Mozambico!



Notizie dal nostro carissimo fratello Andrea Facchetti in Mozambico


Cari amici e care amiche,
scrivo alcune righe per ringraziare dei tanti messaggi di prossimità e solidarietà arrivati in questi giorni e per aggiornare sullo stato attuale delle cose.
Qui a Chemba non ci sono problemi particolari. Ieri, in seguito alle forti piogge dei giorni scorsi, sono state aperte le chiuse di Cahora Bassa, grande diga sullo Zambesi. Stiamo aspettando la piena che, in ogni modo, dovrebbe essere controllata.
Ogni giorno che passa diventa, invece, più chiara e drammatica la devastazione umana e materiale che ha lasciato il ciclone Idai a Beira e nella zona centrale del Mozambico, fino al confine con lo Zimbabwe. Fino ad ora, dopo alcuni giorni da quel terribile 14 marzo, i morti accertati sono 535, ma le autorità affermano che il numero è destinato ad arrivare almeno fino a 1000. Nei giorni scorsi, nel distretto di Buzi centinaia di persone sono rimaste per due giorni sui tetti delle case o arrampicate sugli alberi, per fuggire dalle acque torrenziali dei fiumi in piena. Abbassatosi il livello emergono i cadaveri di chi non ce l'ha fatta. A Beira, solo ieri è stata ristabilita parzialmente l'energia elettrica. Sempre ieri è stata anche riaperta la strada nazionale n°6, unica via terrestre di accesso alla seconda città del paese. Nei primi giorni immediatamente successivi alla tragedia, le uniche vie di accesso e di aiuto sono state quella aerea e quella marittima. Aumentano i casi di malaria e c'è il sospetto che anche il colera sia già in circolazione. Nel solo ospedale centrale di Beira, dal giorno successivo al ciclone fino a ieri, sono stati diagnosticati 2558 casi di bambini sotto i 5 anni colpiti da malaria. Nella triste gara delle classifiche al contrario, il Mozambico è il 3° paese al mondo con la maggiore percentuale di casi di malaria.
E' bello vedere come, di fronte a tanta morte e distruzione, ci sia una risposta pronta in termini di aiuto e solidarietà internazionale. Ogni giorno all'aeroporto di Beira arrivano aerei-carico da  tutto il mondo con aiuti. Dubbi esistono, invece, sulla capacità di gestirli in maniera onesta e trasparente, da parte del governo mozambicano.
La chiesa sta facendo molto bene la sua parte. Il giorno successivo al passaggio del ciclone, il vescovo Claudio ha formato una "commissione emergenza ciclone" che si incontra ogni giorno. La diocesi di Beira, attraverso le parrocchie e la caritas, possiede una presenza e una conoscenza profonda e capillare del territorio, capace di individuare i nuclei famigliari più poveri o più colpiti, canalizzando aiuti di ogni genere.
Oltre agli aiuti da fuori, c'è la forza, la speranza e l'ottimismo della gente che, nonostante la tragedia, non perde il sorriso sulla bocca e la voglia di vivere. Dopo l'emergenza, comincia il tempo della ricostruzione. Sarà un tempo lento. Pang'ono pang'ono ("poco alla volta" nella lingua Sena). Un tempo lento e, in questo senso, forse, molto africano. Ma anche un tempo ottimisticamente ostinato. Anche questo, in un certo senso, molto africano.
In questi giorni alcuni amici dall'Italia hanno chiesto come possono aiutare. Come accennavo la settimana scorsa, come Missionari Saveriani, siamo presenti a Dondo, cittadina a 30 km da Beira, anch'essa fortemente colpita da ciclone. Tre padri vivono e lavorano là. Anche io vi ho vissuto tra il 2012 e il 2013. Tanta gente che conosco ha perso tutto. Sotto vi allego un progetto che abbiamo pensato e scritto assieme ai padri di Dondo. Il canale rimane, come sempre, la Casa Madre di Parma.
Grazie di tutto... Un caro saluto. Ci portiamo reciprocamente nel cuore e... tiri pabodzi! (che in Sena significa pressapoco "restiamo uniti"!)
p. Andrea

P.S.: Nella lettera della settimana scorsa c'è un errore: Beira ha circa 600 mila abitanti... non evidentemente 600 milioni, come avevo scritto.

Invio anche alcune foto:
Dalla 1 alla 8: Beira, Nhamatanda e Buzi. Foto inviate da amici o fatte circolare dalle agenzie di stampa
Dalla 9 alla 14: Dondo. Foto inviate dai Saveriani a Dondo. Famiglie che hanno perso tutto e immagini delle strutture della parrocchia o delle cappelle dove si riuniscono le nostre comunità cristiane.


Ecco il progetto, pensato dai Missionari Saveiriani in Mozambico:

Mozambico. Emergenza ciclone - Dondo

Il 14 e 15 marzo 2019 tutta la zona centrale del Mozambico è stata colpita da una depressione tropicale accompagnata da un ciclone denominato Idai. Il ciclone di forza 4, con venti che hanno raggiunto 180 km/h, assieme alle piogge torrenziali proseguite per giorni, hanno provocato danni umani e materiali senza precedenti.

La città più colpita è stata Beira, seconda città del Paese con i suoi 600 mila abitanti, situata sulla costa dell'oceano Indiano. Beira è capoluogo della regione di Sofala e sede della Diocesi dove lavorano i Missionari Saveriani. La città è stata letteralmente devastata: i dati ufficiali parlano di circa il 90% delle abitazioni distrutte. Scuole, ospedali, edifici pubblici, strade, rete dell’energia elettrica e idrica, chiese, sono rimasti profondamente danneggiati. Altri sono irrecuperabili.

La maggior parte della popolazione vive in case realizzate con materiale semplice e povero. I tetti sono lamiere di zinco che il furore del ciclone ha alzato via come fogli di giornale. Migliaia di famiglie sono così senza rimaste senza nulla. Appena fuori dalla città, la popolazione vive di agricoltura: a causa della esondazione di fiumi, il raccolto di quest’anno è pressoché totalmente compromesso.

I primi resoconti parlano di almeno 300 morti, ma il numero è destinato a salire almeno a 1000, perché il ciclone ha fustigato tutta la regione nel suo cammino verso il vicino Zimbabwe dove poi si è spento. Sono 1,5 milioni le persone direttamente interessate da questa tragedia.

I Missionari Saveriani presenti in Mozambico sono 11 e lavorano in quattro parrocchie. La più colpita dal ciclone è stata Dondo, cittadina di circa 80 mila abitanti, situata a 30 km da Beira. I Missionari Saveriani sono a Dondo dal 1998. I tre padri attualmente presenti accompagnano la vita e l’evangelizzazione di 24 comunità cristiane, 12 situate nella zona urbana e 12 nella zona rurale.

Vorremmo aiutare la nostra popolazione a rialzarsi poco alla volta. Chiediamo un sostegno per:

-        Aiutare le famiglie più povere che hanno perso tutto, contribuendo nella ricostruzione della loro casa.

-        Aiutare le nostre 24 comunità. Le comunità si riuniscono in strutture che fungono da luogo di incontro, di formazione e di preghiera. Alcune hanno perso il tetto, altre hanno visto le loro pareti cadere e necessitano di essere ristrutturate.

-        Ristrutturare gli ambienti della parrocchia che sono stati fortemente danneggiati: il salone parrocchiale e le sale di catechesi hanno perso totalmente il tetto; la casa dei padri lo ha perso parzialmente.


COME DONARE?

Con Bollettino Postale n. 1004361281, intestato a "Associazione Missionari Saveriani Onlus" (Viale San Martino 8, / 43.123 Parma).
Con Bonifico Bancario a “Associazione Missionari Saveriani Onlus”, sulle coordinate IBAN – IT77A0760112700001004361281.
Con Assegno Bancario non trasferibile, intestato a "Associazione Missionari Saveriani Onlus" (Viale San Martino 8, / 43.123 Parma).

COME CAUSALE:
MOZAMBICO. EMERGENZA CICLONE - DONDO

In caso di dubbi consultare: