sabato 1 giugno 2013

Ali Ibn Muwaffaq







In prossimità della festa del Corpo e Sangue di Cristo condivido con voi il racconto di Attar, un mistico islamico. La vera Eucarestia é quella che scalda il cuore e nutre vite e speranze...oltre i confini!

Abdallah viveva alla Mecca. Un giorno, dopo aver compiuto i riti del pellegrinaggio, si é addormentato e ha visto in sogno due angeli discendere dal cielo.

Quanti pellegrini sono venuti quest’anno? Domanda uno degli angeli all’altro. “600 000” rispose l’altro.

Quanti pellegrini sono piaciuti a Dio?” chiede il primo. “Nessuno, anzi uno solo” risponde il secondo. 

Si chiama Ali Ibn Muwaffaq. E’ un ciabattino di Damasco. Non é nemmeno partito in pellegrinaggio ma il suo comportamento é piaciuto a Dio che lo ha perdonato”.

“Che ha fatto? Chiede il primo.

Risponde l’altro: “E’ da trent’anni che voleva partire in pellegrinaggio alla Mecca e aveva risparmiato i soldi. Ma sua moglie é rimasta incinta e sentendo l’odore del cibo proveniente dalla porta dei vicini ha chiesto al marito di cercargli qualcosa da mangiare. Ma la vicina di casa scoppia in lacrime dicendo che i suoi figli da tre giorni non hanno da mangiare e oggi ha visto un asino morto sulla strada e ne ha preso un pezzo da cucinare per i bambini.  Allora Ali si sente bruciare il cuore, prende tutti i suoi risparmi e li dà alla donna dicendo “Prendi questi per i tuoi bambini, questo é il mio pellegrinaggio””.

Quello che piace a Dio...

lunedì 20 maggio 2013

Sulla strada con...



Esce a fine maggio il libro "Sulla strada con" - Vite di strada e Strade di vita nei sud del mondo - di padre Filo dal Ciad e Gigo Cassinelli dallo Zambia con i contributi di padre Enzo Balasso dall'Ecuador e di padre Dario dal Brasile.

La prefazione di un intrepido e indispensabile amico nel cammino, Fausto Marinetti



Il libro é edito da Infinito e sarà presentato in varie occasioni e incontri.

I ricavati sostengono le attività dell'ong zambiana "In&Out of the Ghetto", 

che opera nel compound di Bauleni, alla periferia di Lusaka, Zambia, e sostiene progetti legati a interventi educativi rivolti ai giovani, perché possano essere i protagonisti attivi dello sviluppo della comunità in cui vivono.

Chi é interessato puo rivolgersi direttamente a:

Filo: padrefilo@gmail.com
Gigo: gogigogo@gmail.com

domenica 19 maggio 2013

Certo Papà che se non ascolti questa...




Condivido la preghiera di una donna durante l'Eucarestia di questa sera nel campo degli sfollati di Toukra, un inferno umano dove 5000 persone provano a sopravvivere dopo aver perduto tutto con l'alluvione dello scorso anno.
Mi ha toccato dritto al cuore e stanotte mi chiedo come farà il Padre-Madre di tutti a non ascoltare preghiere cosi vere

Papà, 

noi siamo come il popolo di Israele, 

schiavi sotto le tende,

in situazione indegna,

 di oppressione,

tu ascolti il nostro grido,

tu conosci la nostra sofferenza

vieni a liberarci dal nostro Egitto

 e portaci con te nella Terra Promessa...

sabato 18 maggio 2013

Cara Betania ti scrivo






In occasione dei 30 anni della Comunità « Betania », che ho visto nascere e che ha accolto la mia ordinazione sacerdotale il 9 luglio 2011, ho scritto una lettera che sarà raccolta in un libro a molte mani dal titolo “Cara Betania ti scrivo”. 

La condivido...



N’Djamena, 18 maggio 2013

Carissima Betania,
    Gesù di Nazaret ti ha scelta come luogo privilegiato di incontro e di fraternità per dare sapore alla vita nella terra d’Israele del suo tempo. Marta, Maria e Lazzaro oggi sono Gigi, Piero, Antonio, Giuseppe, Francesco, Matilde, Massimina, Lorenzo e tantissimi altri.

Ero piccolo e tu stavi nascendo. Ma eri già capace di accogliere chi per un tratto aveva deragliato nel cammino. Da subito sei diventata casa, famiglia, solidarietà, pace. Luogo di fatica, attesa e speranza. Crocevia di passione, morte e resurrezione. In linea con le origini.

Ricordo quando, agli inizi, eri ancora soltanto un idea e un sogno. Poi i primi ragazzi e obiettori. Le partite a pallone, il lavoro, le chiacchierate la sera e la domenica dopo la messa, le feste, i volti che tornano ad avere fiducia nella vita, le lacrime, le sfide della reinserzione.

Per me sei stata sempre Vangelo vivente, il quinto, scritto dalle vite di chi é passato e ha trovato dimora. Presenza viva di un Dio che non abbandona mai i suoi amici e che si mette in pista per fare strada assieme.

La tua testimonianza e presenza hanno fatto breccia in me, hanno scaldato e tirato fuori quella passione per l’umanità che mi abitava nel profondo e che é diventata inarrestabile fame e sete di giustizia. Fino a portarmi in Africa dove abbiamo davanti sfide immense: povertà estrema, diritti umani calpestati, arresti arbitrari, bambini schiavi, terre rubate, democrazie di facciata, conflitti per il dio denaro. Ma anche grandi segni di speranza: donne incredibili che tengono in piedi la famiglia, la società civile che avanza e reclama giustizia, una maggiore consapevolezza dei diritti umani e dell’importanza della scuola, persone preparate che spendono il loro tempo accanto ai poveri.

Mi hai insegnato tu a prendere posizione, ad essere di parte, quella degli ultimi: i prigionieri di Am Sinene (carcere di N’Djamena), gli sfollati di Toukra (alluvionati dell’anno scorso che vivono in periferia di N’Djamena sotto tende e capanne), i ragazzi di strada, le ragazze vendute nei mercati, i contadini privati delle terre.

Mi hai accolto come sai fare tu, quando il 9 luglio di due anni fa, sono diventato sacerdote per il mondo. Facendomi sentire, ancora una volta e sulla pelle, che Betania sono anch’io. Siamo tantissimi. Vangelo e Missione si sono presi per mano per non più separarsi. Sei nella periferia di Parma, attorno al grande ulivo di Piero, per essere nelle periferie del mondo. Sempre schierata per fare causa comune con tutti i derelitti della storia.

Grazie sorella Betania di esserci, ancora e sempre, con passione.

Con te il Dio della vita é passato per Parma,

Tuo amico e fratello sempre,

P. Filo

venerdì 17 maggio 2013

I dannati di Toukra








Non ho mai visto gente vivere cosi!

Capanne e tende ammassate l’una all’altra con tetti in celofan o paglia con buchi da tutte le parti. 

Pochi bagni per 5000 persone in cerca di speranza. Sotto un sole cocente che raggiunge i 47 gradi nei momenti più caldi la vita é impossibile. Degli alberi neanche l’ombra. Un pozzo costruito dagli organismi umanitari, due scuole allestite dall’Unicef e qualche sacco di miglio. 

Per il resto devono arrangiarsi da bravi ciadiani. Le donne imperterrite raccolgono lo sterco delle mucche di passaggio e vendono i sacchi al mercato. Riescono cosi ad avere qualcosina per i bambini.

Sono i dannati di Toukra, sfollati alle porte di N’Djamena dopo l’alluvione dello scorso anno che ha dsirtutto le loro case nel quartiere di Walia. Dimenticati da tutti dopo le solite grandi promesse dei politici. Anche la Chiesa ha mollato. Ma a parole va ancora fortissimo...

Intanto Mady, il delegato dei rifugiati, non si perde d’animo e le prova tutte. Anche perché presto arriverà la pioggia e se non si fà niente sarà un disastro. Abbiamo coinvolto un amico giornalista che ha fatto un servizio sul campo. Ma poi é stato minacciato e non vuol tornare. 

Ora ci stiamo provando con politici e autorità religiose. I musulmani per il momento sembrano più sensibili dei cristiani. Crediamo che il soffio dello Spirito di Pentecoste ci suggerirà una soluzione...
Proviamo a non arrenderci, insieme preghiamo e celebriamo l’Eucarestia. 

Almeno Dio non dimentica...