Per un Natale
all’insegna di una nuova umanità
Lc 2,1-14
Questa nostra umanità o rinasce o si distrugge. Neanche tanto
lentamente.
O si
incontra nei suoi molteplici volti o muore.
Natale è
rinascere insieme: musulmani, che celebrano qui al nord-est del Ciad il 23 la
nascita del profeta Mohammad, e cristiani che celebrano il 24 la nascita di
Gesù di Nazaret. L’incontro nel nome della nascita.
Sono a
Koukou Angarana, a 260 km a sud di Abeché. Questa mattina sono stato con
Nazzer, responsabile della comunità cristiana, a visitare l’imam e il sultano
di Goz Beida. Ahmat Buhari, imam della grande moschea, ci riconosce e ci
accoglie molto bene. Gli regaliamo il Messaggio dei Vescovi per il Natale. Parole
di Pace che sfidano i grandi interessi. Stasera faremo lo stesso qui a Koukou.
C’è aria di festa in giro per le strade e queste due feste così ravvicinate mi
fanno sperare che l’umanità riparte nel segno della nascita. Di Gesù e di
Mohammad. Della nostra umanità ferita al cuore.
Rinascere
insieme vuol dire celebrare insieme, fare festa insieme. Sentirci fratelli e
sorelle che fanno parte della stessa umanità. Uniti nelle differenze. Fratelli
e sorelle, cristiani e musulmani, che non si lasciano dividere dagli interessi
beceri dei grandi Cesari del mondo seduti sui loro comodi e ben farciti conti bancari.
Mentre più della metà della popolazione mondiale vive di stenti, sopravvive e
anche non ce la fa. Anche qui in Ciad come 2000 e passa anni fa é tempo di censimento organizzato dai grandi per sapere quanti voti (che saranno rubati!) e quante tasse reclamare. A danno dei piccoli.
Rinascere
insieme è rischiare di mollare interessi e privilegi per cambiare radicalmente
stile di vita. Per non vivere sulle spalle degli altri. Che sempre pagano le
conseguenza: della materie prime rubate, delle armi svendute, del clima
impazzito!
In questo
Natale penso ai nostri bambini ciadiani “enfants bouviers” venduti ai grandi
proprietari di cammelli del nord e costretti a pascolarli. Piccoli pastori maltrattati, calpestati come i colleghi nei pressi di Betlemme. Penso ai bambini
schiavi in Ciad e nel mondo che lavorano per un niente. A chi ha un fucile in
mano per combattere non si sa chi. A chi ha un esplosivo pronto ad azionare in
qualche mercato del nord della Nigeria o anche qui in Ciad.
Penso ai profughi
di questo mondo che chiude porte e frontiere dimenticando che la terra è di
tutti. Dimenticando che paesi come il Ciad hanno accolto negli ultimi dieci
anni più di 500.000 profughi provenienti
dal Darfur, dal Centrafrica, dalla Nigeria. "Non c'era posto per loro sulla terra..."
Penso a chi
è in cammino col volto e il morale a terra cacciato dalla sua terra e dalle sue radici.
Penso alle
nostre donne ciadiane e a tutte le donne tenute sempre sotto, senza piena
dignità di parola e di vita.
Penso a chi
ha perso la bussola e non sa più perché sta al mondo.
Penso al segno di un Dio, un bambino, che decide di
fare causa comune con i vinti della terra per scrivere una nuova storia a
partire da loro. Storia di rinascita, di liberazione, di incontro e dialogo, di
pace fondata sulla verità, sulla libertà, sull’amore, sulla giustizia. Ricominciando dai piccoli per far rinascere un mondo radicalmente altro.
Penso che
quel bambino ci chieda oggi di rinascere insieme con una mentalità radicalmente
nuova…cristiani e musulmani, di tutte le religioni ed etnie, del nord e del sud
del mondo. Per un’umanità nuova degna del suo nome. Fatta di fratelli e
sorelle. Che mette l’Uomo al centro e
la sua dignità. E non l'impero del dio denaro.
Per rinascere ci vuole una morte...alle armi, alle lotte per la terra, i dimanti, il petrolio, i soldi, l'Io...
Se nasce e
rinasce ancora è perché, nonostante tutto, Dio non si è ancora stancato di noi
uomini.
E non si
stancherà mai…di sognare, di rischiare, di amare, di dare la vita, di
rinascere…
Sempre con l’Uomo nel cuore. E con la missione
di renderlo felice davvero nel suo passaggio sulla terra. Fino ad essere, rinascere e vivere in Lui. La grande gioia della notte del Natale... che non si esaurisce...
E noi?