sabato 25 aprile 2020

Chi sogna ancora?

Qualcuno sogna ancora dentro questa storia? Ne sento pochi in giro di sognatori, eppure sta qui la chiave del presente. Per cominciare una nuova storia. Saper vedere oltre non come visionari ma sulla base di un percorso che fa parte di una rivoluzione spirituale per dirla con le parole dell'amico Aboubakar Soumahoro. Francesco parla di 4 sogni in Querida Amazonia e penso che vadano ripresi e declinati in tutta la loro forza e a livello universale. Siamo tutti sulla stessa barca...

Eccoli:

1. SOGNO SOCIALE: il Concilio Vaticano II ha parlato della destinazione universale dei beni e Francesco nel suo incontro con i Movimenti Popolari parla di un salario universale

2. SOGNO ECOLOGICO: ormai non possiamo più mettere all'angolo i diritti universali di Madre Terra come un essere vivente

3. SOGNO CULTURALE: tutti fragili sulla terra ci rendiamo conto dell'importanza di riconoscerci al di là degli stati e confini nazionali per rivendicare una vera cittadinanza universale

4. SOGNO ECCLESIALE: finché non riconosciamo il sacerdozio comune e universale di tutti i discepoli e discepole di Gesù di Nazaret non ci sarà un vero cambio nella chiesa. Tradotto: il potere nella chiesa é solo quello del dare la vita, l'Eucarestia. Ruoli, servizi, responsabilità sono solo in funzione di questo.

lunedì 13 aprile 2020

Porti chiusi: crimine contro l'umanità




In queste ore in cui come cristiani e missionari celebriamo nel mondo, in modalità certo stranissime, la festa della Pasqua, che significa liberazione dalle schiavitù della storia, nel Mediterraneo l’ong Sea Watch denuncia il naufragio di un gommone tra Malta e Tripoli. 

Ci sono dei morti e, al momento, non sappiamo quanti. Ma è una tragedia annunciata già da ieri dalla stessa ong che aveva segnalato la presenza di 4 barche in pericolo. «Lasciati morire soli nel giorno di Pasqua da un'Europa che parla a vuoto di solidarietà verso le persone che soffrono» tuona la ong oggi. Questo ci addolora ancora di più in un tempo in cui ormai parliamo solo della pandemia e siamo attanagliati da paura e chiusura. Tre giorni fa un criminale decreto interministeriale ha chiuso di fatto i porti italiani fino al 31 luglio appellandosi all’emergenza coronavirus. 

Nel frattempo la nave Alan Kurdi vaga nel Mediterraneo con a bordo 156 persone. Fonti del Viminale fanno sapere che hanno ricevuto assistenza e che sbarcheranno presto in Germania. Troveranno davvero un varco in un Europa confinata nella paura e latitante in solidarietà? O dovranno ripiegare un giorno su una Libia ormai al collasso? 

In questi ultimi giorni il generale Khalifa Haftar a capo dell’esercito libico di liberazione nazionale ha bombardato a Tripoli l’ospedale Al Kadra, scelto come avamposto anticoronavirus, e il mercato del pesce. Infine ha assediato la città tagliando l’acqua a 3 milioni di abitanti. La guerra di Libia non si ferma con la pandemia e anche noi abbiamo gravissime responsabilità.

Davanti a queste drammatiche situazioni chiediamo:

-          All’Ue, patria dei diritti umani, di organizzare corridoi umanitari e aprire i porti alle navi che salvano i migranti;
-          Al governo italiano di intervenire subito per ritirare il decreto criminale che chiude i porti e di salvare le vite umane nel Mediterraneo;
-          Alla Conferenza Episcopale Italiana di alzare la voce in favore di questi fratelli e sorelle che sono per noi il Cristo crocifisso in cerca di resurrezione;
-          A tutti i cittadini e cittadine di buona volontà e di buon cuore di farsi solidali appoggiando questo appello e la mozione di alcuni parlamentari che stanno chiedendo l’intervento immediato dello Stato per salvare gli altri migranti in pericolo di vita.

Rimbocchiamoci le maniche tutti insieme perché Pasqua sia davvero una liberazione e una festa.


Commissione Giustizia&Pace dei Missionari Comboniani


sabato 11 aprile 2020

Consegnò lo Spirito


Nel momento del passaggio decisivo Gesù fa un gesto di vita. Consegna l'energia vitale che lo ha accompagnato nella sua missione. A conferma che la morte non blocca la vita, ma anzi permette alla vita di arrivare alla sua massima potenzialità che é l'amore senza barriere. Un amore che non avrà mai fine (1 Cor 13,8).

Sorella morte la chiamava Francesco d'Assisi che ne aveva colto molto bene il senso profondo. Certo le lacrime, il dolore sono compagni di strada nel momento del passaggio. Ma vivere da cristiani la morte é sentire tutta la forza della Parola che in questo frangente ci invita ad essere dei fuori di testa: "Felici coloro che muoiono nel Signore" (Ap 14,13). Perché sulla croce c'é la prima Pentecoste (Gv 19,30) il consegnare lo Spirito che ci sostiene nel dolore. Poi raddoppia, con la seconda Pentecoste (Gv 20,22) che ci fa missionari e missionarie sulle strade del mondo.

In questi tempi dolorosissimi in cui sentiamo sorella morte particolarmente a portata di mano siamo invitati a vedere il varco, la luce, la speranza oltre il tunnel. La Resurrezione dentro la morte. In questi giorni la vedo nella solidarietà dei medici libici, cubani, somali e albanesi che vengono a sostenere l'Italia, nei gesti di solidarietà dei fratelli e sorelle migranti nei confronti degli italiani, nella decisione dei ministri di Rwanda e Malawi di tagliarsi lo stipendio per sostenere un fondo di lotta al coronavirus. Ebbene sì la resurrezione dentro la morte!

L'amico Mursal, dentro ai lager libici, testimonia che dentro all'inferno non poteva lasciarsi andare. Doveva reagire. Doveva saltarci fuori. E ce l'ha fatta. Come ci insegnano i piccoli del mondo. I fratelli e sorelle indigeni di Abya Yala  (poi chiamate Americhe) che uniti, e confidando nel Dio della vita, sono pronti ad affrontare ogni avversità.

Lo ricordo bene in Ciad. Il momento della morte é sempre un intreccio di pianto, dolore che a volte sembra disperazione. Ma poi lascia sempre il posto allo stare insieme 3-4 giorni, al pregare, al danzare, al celebrare. Perché la vita riparte e risorge. Mi sono ritrovato tante volte alla "place mortuaire", il luogo della morte, e sentito il clima generale passare dal pianto alla festa. Dalla morte alla resurrezione. Perché sulla croce riparte la vita!


giovedì 9 aprile 2020

Attorno al banchetto del mondo...


In questo giovedì altro, o santo, ripenso al banchetto del mondo, il sogno di Dio.

 La cena che non finisce più, il sogno dei popoli alla mensa comune con cibi prelibati. 

Non é facile sognare di sti tempi. Ma é urgente, e farlo insieme.

Come sognava il profeta Isaia in tempi durissimi per il suo popolo.

Riusciva a vedere oltre le macerie.

A scorgere quel banchetto che neanche la morte può arrestare

perché é eliminata.

Che meraviglia queste parole che mi hanno sempre coì tanto colpito al cuore:

Isaia 25,6-8

Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.

Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre che copriva tutte le genti.

Eliminerà la morte per sempre;
il Signore Dio asciugherà le lacrime
su ogni volto;

la condizione disonorevole del suo popolo
farà scomparire da tutto il paese,
poiché il Signore ha parlato.

lunedì 6 aprile 2020

Non é questa la passione, morte e resurrezione del mondo?


Mi chiedo spesso in questi giorni come sarà il dopo. Certo non ho mai una risposta. Ma sogno la notte che sarà radicalmente diverso. Sta crollando un sistema che si reggeva su piedi d'argilla. E che si prova a tener su a suon di miliardi e decreti. Ma siamo certi che sia questa la strada? Per tornare forse come prima?

Non sarà forse il momento di ripensare e reinventare tutto? Non é questa la passione, morte e resurrezione del mondo?

Mai come oggi servono degli squilibrati della passione per la giustizia! Disposti a rivedere tutto...cominciando dagli stili di vita, di risparmio, di viaggi, di consumo...certo con dolore ma soprattutto con la gioia di riscoprire le gioie semplici che sono le più belle come diceva
Francesco di Assisi.

Il teologo congolese Santedi scrive che Dio non é lo sponsor della sofferenza ma il compagno nella prova. E lo credo profondamente!

Ma non avevamo raccontato che era onnipotente?

E invece lo incontriamo onni-fragile, onni-vulnerabile.

Chi é dunque il Dio di Gesù di Nazaret?

Non certo quello tirato per la giacchetta dai politici che cercano voti , a suon di rosari e di cuori immacolati di Maria, tra qualche devoto del niente.

Quel Dio compagno nella prova cammina a fianco e soffre con noi,
perché la scelta dell'onni-amore lo spinge inevitabilmente ad essere onni-piccolo e onni-debole.

Questo é il Dio in cui credo. Dio dei derelitti e degli scartati.

Che dalle macerie del mondo ci chiede di andare avanti con passione e coraggio,
perché quella vita così intensa che ci ha comunicato passa attraverso sorella morte per poi esplodere in tutta la sua potenzialità.

E soprattutto per sempre...

sabato 4 aprile 2020

Umanità in macerie: passione e sogni per risorgere


 Cari amici e amiche dentro questo vortice mondiale sento con forza crescente l'ugenza della Parola unica che può dare speranza e sogni nel caos.

Condivido con voi alcuni passi verso Pasqua che potete ascoltare qui sotto:


Il grido del mondo, dolore dal profondo.
Da dentro passione, sogna resurrezione.
Umanità in macerie: passione e sogni per risorgere
Querida hermana linda Amazzonia
Tierra frontera lucha, resiste, espera.

Nel contesto del grido di Madre Terra e del dolore del mondo ripercorriamo alcuni tratti della passione di Gesù nel Vangelo di Giovanni intersecando Parola, gesti, simboli e sogni di Gesù e Francesco di Roma nell’Esortazione Apostolica “Querida Amazonia” per la Chiesa e l’umanità da reinventare.


Parola
Gesto
Simbolo
Sogno
GIOVEDI SANTO
Gv 13, 1-15
Lavanda dei piedi
Acqua
Sogno ecologico
VENERDI SANTO
Gv 19, 1-16
Silenzio
Spine
Sogno sociale
SABATO SANTO
Gv 19, 17-30
Restare sotto la croce
Aceto
Sogno ecclesiale
DOM PASQUA
Gv 20, 11-23
Invio
Mani e fianco
Sogno culturale

Breve introduzione al Vangelo di Giovanni e al documento Querida Amazonia:

VANGELO DI GIOVANNI
QUERIDA AMAZONIA
·         Scritto da una comunità che si trova in Asia Minore verso l’anno 95, comunità giovannea (Gv, 1-2-3 Lettere di Gv, Ap) per dare risposta agli attacchi provenienti dall’esterno (Sinagoga giudaica Gv 9 e persecuzione impero romano Gv 11,48) e dall’interno (gnosticismo e docetismo e gerarchizzazione della comunità sulla base dell’Impero)
·         Esortazione apostolica di Papa Francesco al termine del Sinodo panamazzonico. E’ fondata su 4 sogni:
1.       Sociale
2.       Ecologico
3.       Culturale
4.       Ecclesiale



Buon cammino verso Pasqua!