Non ho mai visto gente vivere cosi!
Capanne e tende ammassate l’una all’altra con tetti in celofan o paglia con
buchi da tutte le parti.
Pochi bagni per 5000 persone in cerca di speranza.
Sotto un sole cocente che raggiunge i 47 gradi nei momenti più caldi la vita é
impossibile. Degli alberi neanche l’ombra. Un pozzo costruito dagli organismi
umanitari, due scuole allestite dall’Unicef e qualche sacco di miglio.
Per il
resto devono arrangiarsi da bravi ciadiani. Le donne imperterrite raccolgono lo
sterco delle mucche di passaggio e vendono i sacchi al mercato. Riescono cosi
ad avere qualcosina per i bambini.
Sono i dannati di Toukra, sfollati alle porte di N’Djamena dopo l’alluvione
dello scorso anno che ha dsirtutto le loro case nel quartiere di Walia.
Dimenticati da tutti dopo le solite grandi promesse dei politici. Anche la
Chiesa ha mollato. Ma a parole va ancora fortissimo...
Intanto Mady, il delegato dei rifugiati, non si perde d’animo e le prova
tutte. Anche perché presto arriverà la pioggia e se non si fà niente sarà un
disastro. Abbiamo coinvolto un amico giornalista che ha fatto un servizio sul
campo. Ma poi é stato minacciato e non vuol tornare.
Ora ci stiamo provando con
politici e autorità religiose. I musulmani per il momento sembrano più
sensibili dei cristiani. Crediamo che il soffio dello Spirito di Pentecoste ci
suggerirà una soluzione...
Proviamo a non arrenderci, insieme preghiamo e celebriamo l’Eucarestia.
Almeno Dio non dimentica...
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