giovedì 4 aprile 2013

Primavera di dialogo



 

 

 Verso la Dignità della famiglia umana


Ospite di un popolo che sta rinascendo, la famiglia comboniana riunita al Forum Sociale Mondiale ha respirato la primavera araba e la forza dei sogni della gente.
A Tunisi si risvegliano la dignità e lo spirito critico delle donne, le potenzialità dei giovani, il loro desiderio di aprirsi al mondo. Questa sete di liberazione, di una religione dal volto umano, è propria della Pasqua che abbiamo celebrato nei giorni del Forum.
La settimana santa ha dato un sapore speciale alla sete di giustizia e di pace, condivisa con molti popoli e movimenti sociali. D’altro canto, le sfide mondiali hanno illuminato in maniera nuova, per noi, il mistero della Pasqua celebrata con la piccola Chiesa locale.
Abbiamo vissuto giorni di rispettoso e attento ascolto del mondo islamico, provocati dalla dimensione interculturale che è propria di questi incontri della società civile mondiale.
Per la prima volta, non siamo stati presenti al Forum solo come ascoltatori, ma proponendoci come Missionarie e Missionari Comboniani, con le nostre attività, esperienze e messaggio.
Ci siamo sentiti al posto giusto: in dialogo con tante persone in ricerca, assieme ad altre consorelle e confratelli che camminano nella stessa direzione, animatori missionari immersi e sfidati dal pluralismo di idee e movimenti.
Voce dei nostri popoli, dando ragione della nostra speranza con la coerenza di chi vive a fianco della gente, siamo stati tra i pochi testimoni diretti, al Forum, dei drammi di vari paesi in conflitto dell’Africa subsahariana e del mondo arabo.
Abbiamo percepito la ricchezza dell’impegno della Chiesa nei molti ambiti di GPIC che anche noi seguiamo. Ci siamo sentiti confermati, anche nella gioia di scoprire in altri la stessa metodologia del Comboni: “Salvare l’Africa con l’Africa”.
Abbiamo costruito insieme, missionarie e missionari, un Forum comboniano a fianco degli eventi del Forum Sociale Mondiale. Questo cammino ci arricchisce e ci fa bene, è occasione irripetibile di formazione permanente e ci fa credere che un mondo migliore è possibile.

Areopago di evangelizzazione
Siamo uomini e donne della strada e del Vangelo. Abbiamo una grande ricchezza, l’esperienza di vita missionaria da condividere.
Ma dobbiamo sistematizzarla, ricomporne i frammenti, esplicitarla, riflettervi più profondamente. Ci interroghiamo su quale debba essere la missione oggi, sapendo che spetta anche a noi proporre una teologia e spiritualitá incarnata, alimentata dall’ascolto biblico, in cammino con il Cristo vero liberatore della storia, recuperando la mistica dei popoli cui apparteniamo e che serviamo, in dialogo con il patrimonio spirituale delle popolazioni native e delle grandi tradizioni religiose del mondo.
La forza della nostra fede e identità sta nell’inclusione e nell’ascolto, più che nella definizione di confini e differenze. Accogliamo la sfida di aprirci al mondo e di combattere ogni tipo di pregiudizio.
Impegnarci assieme come famiglia comboniana non è l’obiettivo, ma la condizione iniziale e necessaria per essere missionari oggi.
Percepiamo che ci dovrebbe essere più spazio per i laici missionari e per la gente con cui viviamo e lavoriamo, in reti sempre più ricche e competenti per le sfide complesse di oggi: il protagonismo è loro, e noi con loro siamo sale e lievito nell’impastare una nuova storia, pietre nascoste come insegna Comboni.

Continuando il cammino
Rileggendo le esperienze missionarie e pastorali, ci ritroviamo in estrema sintonia su alcuni percorsi che aggregano le nostre attività locali e provinciali. Rinnoviamo il nostro impegno a servizio di tre priorità comuni:
·         il traffico di persone e la mobilità umana
·         la cura del Creato, specialmente contro l’accaparramento di terra ed il saccheggio dei beni comuni
·         il dialogo interreligioso e interculturale
In questi ambiti aggregatori delle nostre opzioni per GPIC, molti di noi stanno già costruendo inter-relazione tra provincie e collaborazione tra i due Istituti. Non possiamo avere la pretesa di fare tutto e di sapere di tutto, occorre qualificarci e specializzarci sui temi che sentiamo più urgenti e in sintonia con il nostro carisma missionario.
Rinnoviamo, così, la metodologia di articolazione tematica tra comunità e province che si sentono sfidate da situazioni simili, come già avviene, per esempio, nel caso del gruppo di lavoro sui pastoralisti in East Africa, o dell’impegno comune in Brasile, Mozambico e Perù sugli impatti della minerazione.
Ripartiamo da Tunisi con la Pasqua dei popoli nel cuore, con la gioia di condividere con le nostre comunità e province quel che abbiamo visto e udito.
Sentiamo chiaramente che l’incontro comboniano durante il Forum Sociale Mondiale è opportunità in cui i missionari possono essere evangelizzati ed evangelizzare.
Come famiglia comboniana, sentiamo il bisogno che si mantenga un gruppo di riferimento permanente, a garanzia e facilitazione della continuità di questo processo.
Pregando sulla tomba dei primi martiri cristiani di queste terre, abbiamo rinnovato con loro il coraggio di vivere fino in fondo la nostra fede e di dare la nostra vita senza misura, perché tutti abbiano vita in pienezza.


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