al Forum Sociale Mondiale di Tunisi
“Rivoluzione della dignità”: cosí la chiamano in Tunisia e cosí la
gente prova a viverla e assumerla e portarla avanti. Sono tantissimi giovani
che si affacciano per la prima volta al mondo con la voglia matta di scoprire e
cambiare l’umanità. “In quarant’anni che
sono in Tunisia non ho mai visto cosí tanti giovani appassionarsi al destino
del paese, a darsi da fare e impegnarsi per la giustizia, per i diritti umani e
per un mondo migliore possibile” mi confida Suor Helene, piccola sorella di
Charles de Foucauld.
E’ un momento storico con le donne che gridano all’inizio
del World Social Forum il dolore dei figli martiri che hanno dato la vita per
vedere la luce di un avvenire diverso. Donne intrepide che sono disposte a
tutto per non lasciarsi rubare la rivoluzione. “Vogliono farci credere che la rivoluzione é finita” e invece la
lotta continua...perché quello che é cambiato é “soltanto” la possibilità di
esprimersi, la libertà di organizzarsi, protestare e collaborare alla
trasformazione del paese. Non é poco! Anzi sono gli albori di una nuova era...ma
la disoccupazione, i prezzi delle materie prime alle stelle e la miseria delle
periferie e del nord del paese tengono ancora in scacco la Tunisia.
L’islam si mette in dialogo e vuole aprire strade
nuove insieme ai cristiani e a tutti coloro che credono in un altro mondo
possibile. Hassan prende la parola nel corso di una riunione del Forum e grida:
“Continuiamo a costruire
moschee...dobbiamo invece costruire il paese e essere al fianco di tutti gli
impoveriti della terra. Questa é la nostra grande sfida comune che richiede una
risposta collettiva”. Gli stand pullulano di giovani e associazioni che
vogliono costruire democrazia. Dora che incontro sull’autobus mi confida: “Stiamo imparando la democrazia, serva tempo,
ma stiamo cambiando la nostra storia. Sono fiduciosa”... e cosí tantissimi
altri.
La parola che più ritorna nelle strade e nel
campus universitario di Tunisi, che ospita il Forum, é solidarietà. Con un popolo che spera e si impegna per il suo
nuovo destino. E noi, da ogni parte del mondo per esserci, al fianco a dare
coraggio, a sostenere, fare il tifo. Cosí la “rivoluzione della dignità” prende
altri spessori e orizzonti. Che fanno gridare i giovani algerini per denunciare
il loro governo che ha bloccato 300 persone dirette al WSF. Che mettono in moto
le speranze degli egiziani che hanno preso spunto dalla rivoluzione tunisina
per seguirne le orme. Che entusiasma i latinoamericani carichi delle novità di
nuovi esperimenti politici ed economici. Che fanno marciare speranze e sogni di
gruppi, movimenti, associazioni che vogliono urgentemente un altro mondo quanto
mai necessario. E che si mettono insieme. Per contagiare e trasformare il
mondo.
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