In volo ho
pregato molto per tutte le persone e situazioni che ho incontrato in Italia. Il
dialogo con Dio ha una forza che ci fa andare oltre le nostre possibilità e
attese. Non solo a certe altezze…anzi quando la preghiera si fa carne e vita
nei sottofondi della storia assume una forza tale da ribaltare il mondo e
scaravoltare le montagne.
Quindi la discesa
su N’Djamena. Già scendere dall’aereo è sentire l’Africa. Con il suo caldo e i
suoi odori. In aeroporto i confratelli a prendermi e la voglia matta di
raccontarci questo tempo che Dio ci ha regalato.
Quindi una
riunione con amici italiani e via verso il sud. In macchina con Fabio, prete di
Vicenza e Cecilia, suora francescana, ci siamo raccontati un po’ di vita. Mi
chiedevano: “ Che effetto ti fa tornare e rivedere le case coi tetti in paglia?”
Un effetto che disarma, fa rabbia, fa ribollire dentro. Fino a quando
continueremo così nel mondo? Gli abissi crescono nel mondo della globalizzazione
e dei diritti umani! Siamo seduti sulla ricchezza incalcolabile del petrolio. E
la nostra gente vive nella miseria nera. Quella che non dà una dignità minima
alla vita. E’ anche vero, per onore alla verità, che la nostra gente è bloccata
da una tradizione schiacciante. Chi ha due soldi in mano deve condividerli con
tutti. Chi ha una casa migliore degli altri è invidiato da tutti. Al punto che
ti fanno la vita impossibile. La nostra gente del sud è invidiosissima. La
gelosia straripa. Ecco perché non riescono ad organizzare il lavoro in
cooperative di produzione e commercializzazione. Ecco perché non si organizzano
per difendere i campi dagli allevatori. Ecco perché rimangono nella miseria
nera. Certo sono espropriati e impoveriti da un sistema internazionale (la
dittatura della finanza e del denaro! In combutta con i politici corrotti
locali) che tiene il paese in ginocchio. Un insieme di elementi cha fa male
dentro…
Mi trovo ora,
non a caso, a Doba, proprio a due passi dalla stanza di padre Michele Russo,
cacciato ormai 25 giorni fa dal paese per aver parlato troppo. Proprio sul
petrolio! Tutti qui lo attendono, ma la parole d’ordine è SILENZIO. Ci sarebbe
da ribellarsi e invece tutto tace. Il silenzio aiuta certo in certi frangenti
della vita, ma mai e poi mai se si fa complice dell’ingiustizia! Parleranno le
pietre!
Domani riparto
a Moissala e la sera, inshallah, sarò già nei villaggi. Ho una voglia matta di
ritornare tra la mia gente al ritmo del Loba Loba.
La missione
continua, Dio e il suo Spirito non hanno mai terminato la creazione. Che
continua verso un mondo finalmente fraterno e giusto che sta a noi costruire
ogni giorno nel nostro piccolo e straordinario quotidiano. Con le mani e i
piedi nella mischia locale. Con il cuore e la testa che battono e guardano
oltre, verso l’orizzonte globale.
Il Regno di
giustizia e pace, quello a cui aneliamo tutti. Quel sogno che portiamo dentro
anche se troppo spesso addormentato e indolenzito. Che deve essere risvegliato
e riscoperto per liberare finalmente il meglio di noi a servizio dell’umanità
nuova.
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